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sabato 19 febbraio 2022

Il mondo com'è (440)

astolfo

Billy the Kid – Il giovane avventuriero dell’epica americana, che lo sceriffo-cacciatore di taglie il Pat Garrett presto ucciderà, immortalato al cinema da Paul Newman con Arthur Penn, e da Kris Kristofferson con Peckinpah, e Bob Dylan, era un “jihadista” del tardo Ottocento: ammazzava i cattolici, da irlandese protestante (di origine cattolica, poi passato con la madre al protestantesimo). Uccise una decina di persone (“almeno ventisette”, dice wikipedia in una voce, che  però riduce a una dozzina in un’atra) ), la prima a dodici anni: un cattolico che ha o avrebbe insultato sua madre. E continuò: non era il giovane giustiziere dei cattivi e protettore dei buoni della vulgata, ma un omicida spietato, che sceglieva le vittime secondo le convinzioni religiose, e cioè cattoliche.
Veniva da New York, dove era nato, si fece famoso in un’area degli Stati Uniti, la Lincoln County, zona di frontiera nel Nuovo Messico, un territorio arido abbandonato che a metà Ottocento era stato colonizzato da un gruppo di irlandesi, cattolici, guidati da un ex maggiore dell’esercito americano, Lawrence Murphy. La colonia prosperò commerciando il bestiame, con le colonie circostanti e con i distretti militari. Un modesto benessere che attrasse anche un imprenditore non irlandese e non cattolico, l’inglese anglicano John Tunstall, che dal Canada, sua prima terra di emigrazione, trovò più attraente la contea di Lincoln per il suo mestiere di mercante di bestiame.
Il successo negli affari di Tunstall ingelosì i cattolici, che avviarono un contenzioso legale i
contro la sua fattoria e i suoi metodi. Entrambi i contendenti assoldarono a protezione giovani  pistoleri. Tunstall tra gli altri Billy the Kid, allora diciottenne – “William Bonney”, nato Henry McCarthy, soprannominato Billy the Kid dopo il primo assassinio a dodici anni.
La legenda di Billy the Kid, come il cinema la immortala, è stata creata da Garrett, lo sceriffo cacciatore di taglie che lo scovò e lo uccise, a ventidue anni, nel 1881, poche settimane dopo la sua ennesima fuga dal carcere. Billy era diventato un assassino seriale dopo la morte di Tunstall, ucciso dagli agenti dello sceriffo della contea, per non aver voluto obbedire a un ordine di comparizione.
Questa versione di Billy the Kid in veste “jihadista”, degli ultimi biografi, sembra però contradetta dal commento che una suora della Carità, di origine italiana, che operava a Lincoln, lasciò nel diario, pubblicato negli anni 1930, dove annotava per la sua morte: “Povero Billy the Kid, termina così la carriera di un giovane che cominciò a scendere la china all'età di dodici anni vendicando un insulto che era stato fatto a sua madre”.
 
Ebrei tedeschi - Seimila ebrei sopravvissuti a Berlino nell’aprile del ‘45 non sono pochi. Anche se erano 186 mila nel ‘33, un terzo del mezzo milione di ebrei te-deschi. Ed erano a Berlino in proporzione di più fra quelli rimasti in Germania nel ‘41, alla vigilia della Soluzione Finale, 72 mila su 186 mila. Saranno soprattutto loro a suicidarsi: nel ‘42-‘43 ventimila furono deportati e settemila si uccisero. Tra i ricoverati al Krankenhaus der Jüdischen Gemeinde molti erano suicidi abortiti. L’ospedale ebraico funzionava nel 1945 perché Hitler aveva paura delle proteste, specie delle donne: la Frauenprotest delle donne “miste”, madri o mogli “ariane” di “non ariani” a marzo del ‘43 ebbe su di lui lo stesso effetto delle madri contro la eugenetica tre anni prima in Baviera - il Führer si voleva “portatore della volontà del Popolo”.
 
Eiffel – La torre, con tutte le caratteristiche iperboliche (7.300 tonnellate di ferro, in 18.038 pezzi, tenuti insieme da due milioni e mezzo di rivetti, su un traliccio portante di 18 mila grandi bracci metallici, per 312 metri di altezza, tenuta in piedi da quattro enormi cassoni di acciaio, riempiti di calcestruzzo), fu costruita in venticinque mesi, tra il 28 gennaio 1887 e il 31 marzo 1889 – in tempo per l’Esposizione Universale parigina che si aprì il 6 maggio. Malgrado i ritmi forzati, nessun incidente grave fu registrato nei cantieri della torre, per un piano di prevenzione predisposto dallo stesso costruttore. Un operaio morì, un italiano, ma per un’imprudenza commessa durante l’orario di riposo, fuori del turno di lavoro.
La torre fu costruita malgrado una vastissima e attiva opposizione in molti ambienti di Parigi, aristocratici, intellettuali, anche popolari. Per la determinazione del governo centrale di avere un monumento che riabilitasse in qualche modo l’immagine della Francia dopo la sconfitta di Sédan. E aveva individuato la “torre più alta del mondo” come segno tangibile di grandezza, preferendolo al progetto di metropolitana che Eiffel proponeva, dopo l’esito molto popolare nel mondo della costruzione a New York della Statua della Libertà – tenuta su da un’ossatura metallica progettata dallo stesso Eiffel. Una delle polemiche più insidiose, per la vasta risonanza popolare, fu aperta da un pamphlet, “La questione ebraica”, che condannava il progetto in quanto “torre ebraica”, di un ingegnere che “null’altro è se non un ebreo tedesco”. Eiffel, che non rispondeva alle tante polemiche, a questa rispose, facendo pubblicare al quotidiano “Le Temps”, che conduceva la battaglia contro la torre, questa precisazione: “Non sono né ebreo né tedesco. Sono nato a Digione, in Francia, da genitori francesi e cattolici”.
Il nome di famiglia dell’ingegnere era ben tedesco, Bönickhause. Ma di nonno, tedesco di Marmagen, che si era stabilito a Parigi trent’anni prima della sua nascita. Il nonno, trovando difficile il cognome originario, da scrivere e da pronunciare in Francia, lo aveva cambiato per Eiffel, che è la regione (oggi Eifel) di Marmagen, nella Renania-Vestfalia.   
 
Mugwump – Ritorna, nelle ricostruzioni della sua fulminante carriera politica ora che è in disgrazia presso il suo stesso partito, la battuta con cui Boris Johnson, il primo ministro inglese, conservatore, fulminò quattro anni fa, quando era ministro degli Esteri, l’allora leader laburista Jeremy Corbin: “Testa di caprone, vecchio mugwump”. Per il dizionario, mugwum è qualcuno che non sa decidersi da che parte stare, riferito ai politici. Il termine sarebbe di origine indiana: gli Algonchini lo usavano per dire “capo”. Ma fu adottato in politica nel 1884, nella campagna elettorale presidenziale, per i Repubblicani che avevano scelto di sostenere il candidato Democratico.
Si diceva, tra le due guerre, sempre in America, dei giornalisti ambigui, che s’industriavano di
promuovere da sinistra cause di destra, e viceversa.
Lo scrittore William Burroughs, di famiglia di grandi industriali, li assimila alle prostitute nel suo libro più noto, “Il pasto nudo”: “Su sedie coperte di satin bianco siedono nudi i mugwump, succhiando sciroppi traslucidi colorati attraverso cannucce di alabastro. I mugwump non hanno fegato e si nutrono esclusivamente di dolci. Labbra sottili, viola sul blu, coprono un becco affilato come rasoio di osso nero col quale frequentemente si fano a brandelli lottandosi i clienti”.  

astolfo@antiit.eu

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