Cerca nel blog

domenica 13 febbraio 2022

Un monumento a Putin

Quando gli Alleati a Yalta si complimentarono con Stalin per essere entrato vittorioso a Berlino, Stalin bofonchiò senza ironia: “Lo zar Alessandro entrò a Parigi”. Il dittatore repubblicano e lo zar una cosa sola sono. Il popolo russo ha un’alta concezione della Russia, per avere sconfitto Hitler, nel momento del trionfo di Hitler, nel 1942, e Napoleone – che molti tengono in grande considerazione, ma chissà perché voleva sottomettere la Russia. Della Russia europea, e potenza europea, quale è stata per settant’anni col sovietismo.
Biden, che da vice di Obama era sarcasticamente contrario alle guerre americane in Medio Oriente, Libia compresa, e da presidente ha abbandonato ignominiosamente l’Afghanistan, ora vuole la Nato sul piede di guerra a difesa dell’Ucraina. Ma non prepara la guerra contro la Russia per tale eventualità. Né la preparano i due leader europei che più si agitano, tra Kiev e Mosca, Johnson e Macron. E non si sa che pensare.
La Nato contro la Russia sembra impensabile. E saranno vere le foto dei piani di Putin che la Cia ci manda ogni giorno? Prima ci mandava i fotomodelli della guardia ucraina, in genere prospere bionde. O Biden non avrà aperto il fronte Ucraina per tenere sotto controllo l’Europa - a partire dal Nord Stream 2, il gas in Europa senza Ucraina di mezzo?
È comunque vero che Biden, Johnson e Macron sono in crisi politica e di popolarità. I due europei anche a rischio posto.
Restano Putin e la Russia. Che vogliono? Che fanno? Non si sa: i diplomatici non sanno, i giornalisti non capiscono, le spie tacciono. Per ora, in Russia, è come se Biden avesse eretto un monumento a Putin. Che nessuno più contesta, né i vecchi comunisti né i liberali – Navalnyi sta zitto in prigione: la patria è in armi contro 
i “nazisti di Kiev”. 

 

Nessun commento: