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mercoledì 15 luglio 2015

La Germania si voleva greca

Da “Gentile Germania” alcuni estratti per spiegare come e quanto la Germania si sia voluta a lungo greca - a integrazione di quanto i lettori del sito già conoscono: http://www.antiit.com/2015/06/stupidario-greco-germanico.html 

“Nietzsche filologo in cattedra del greco “conosci te stesso” disse: “Questi greci hanno molta roba sulla coscienza, la falsificazione era il loro lavoro vero, e tutta la psicologia europea è malata di superficialità greca”. Ma, filologo in cattedra, prese per greci i nibelunghi di Wagner, il classicismo può essere approssimativo fra i tedeschi, che pure l’hanno inventato, in questo inesausti…..
“Nel 1933, avviandosi ai cinquanta, età in cui il filosofo propriamente si dedica alla speculazione, dice Platone, Heidegger si dedicò a Hitler. Poi all’eros. Al coperto della grecità. Il nudo è gumnos, come tutto ciò che è femmina, gune non è la donna? Mentre Antigone viene dal sassone Gegenecke. Heidegger tutto sa dei greci: la storia greca è durata solo tre secoli, i greci non avevano cultura né religione, e neppure una società, la filosofia non è un modo greco ma ipergreco di esistere, la lettura greca del linguaggio è “fondamentalmente impoetica”, e “in Platone e Aristotele il concetto di logos è equivoco”. Sa il greco meglio dei greci. Come Nietzsche, cui si deve il quesito: “Era Socrate veramente greco?” Ma su Antigone, la santa ribelle, Robbe-Grillet l’ha superato, Gueguegone facendo divenire Gue-gué, e quindi Dji-dji – scoperta di cui Colette era stata precursora con Gigi, bella guagliona…
“Ancora un paio d’anni, e Heidegger invece si convertiva al greco. “Il fatto che la formazione della grammatica occidentale sia dovuta alla riflessione greca sulla lingua greca dà a questo processo”, alla grammatica cioè, “tutto il suo significato. Perché quella lingua è, accanto alla tedesca, insieme la più potente di tutte e la più spirituale”. Uno. Due, nell’intervista a futura memoria allo “Spiegel” questo raccordo sta particolarmente a cuore al Filosofo, che ad esso sacrifica l’asse franco-tedesco: “Penso alla parentela particolare che c’è all’interno della lingua tedesca con la lingua dei Greci e il loro pensiero. È una cosa che i Francesi oggi mi confermano senza posa. Quando cominciano a pensare, parlano tedesco: sostengono che non ci arriverebbero nella loro lingua””.

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