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venerdì 17 luglio 2015

L'Europa democristiana indigna il papa

Senza pietà, e senza neanche molto ingegno, o applicazione: è l’Europa democristiana che ha creato il caso Grecia e tiene il continente in affanno, politico e per molti anche economico. Da Angela Merkel a Samaras, passando per la galassia tedesca, per quella iberica, e per i governi democristiani di Napolitano, camuffati da tecnici, Monti, Letta, Renzi. Di una componente, cioè, che si vuole fondatrice, anzi l’unica, del progetto europeo – Adenauer, Schuman, De Gasperi. Ma con l’esito di infuriare il Vaticano, per il quale l’Europa unita resta il pivot di ogni politica, anche in questo papato terzomondista di Bergoglio.
L’esito, a giudizio del Vaticano, è un’Europa senza barra di direzione. Col rischio concreto di legittimare movimenti eversivi e antisociali.
Sulle cause, però, c’è Oltretevere incertezza. È il deficit di una classe politica, quella raccolta – sia essa consenziente o antipatizzante (Renzi, per esempio) – attorno alla cancelliera venuta dall’Est? Il deficit di un progetto – l’euro, la costituzione, la federazione? O l’incapacità - svanita la minaccia totalitaria: l’’insorgenza nazifascista e la sirena comunista – di governare l’opinione, di canalizzarla? Che la fobia greca sia stata alimentata dalla Cdu, il partito di Angela Merkel, non fa dormire i monsignori. 


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