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giovedì 16 luglio 2015

La mistica per tutti

Al centro degli “Esercizi”, la prima pratica religiosa che Ignazio intraprese in proprio, nel 1522, subito dopo il ravvedimento, quando ancora stava in Spagna, e prima del pellegrinaggio decisivo in Terra Santa, è la “discrezione degli spiriti”, la diversità. La salvezza è individuale. Gli “Esercizi” saranno apprezzati da tutti i papi in questo torno d’epoca, da Pio IX fino a Francesco.
L’opera prima sarà quella a cui Ignazio lavorerà tutta la vita, con aggiornamenti e variazioni, fino alla traduzione in latino e alla pubblicazione a Roma nel 1548. Era una pratica anteriore, da Ignazio sistematizzata. Con rinvii continui tra i vari paragrafi – e  ausilio anche grafico, di linee e punti.
Sono una “rappresentazione” teatrale, La “composizione del luogo” è preliminare: il devoto deve rappresentarsi il paesaggio nel quale effettuerà preghiere e devozioni. Lontano da casa e dai familiari, sotto la guida di un direttore di coscienza, l’esercitante deve vivere un mese in solitudine e in silenzio. La prima settimana fa l’esame di coscienza, la seconda e la terza contempla i misteri di Cristo e della Passione, la quarta si unisce a Dio senza più mediazioni.
È una proposta destinata a ogni genere di persone, anche non colte. “Con questo nome di Esercizi spirituali”, dice il santo, “s’intende ogni modo di esaminare la coscienza, di meditare, di contemplare”. In analogia col corpo – “così come il camminare, il passeggiare e il correre sono esercizi corporali”
Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, Città Nuova, pp. 200  € 6,50


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