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mercoledì 15 luglio 2015

Quell'afrore di fascismo, trionfante

Non si può dire fascismo, perché il fascismo è un caso storico. E poi ancora si vota, e i governanti sono democristiani, liberali, socialisti. Ma i connotati, interni ed esterni, sono quelli:del 1938, quando l’Europa fu per essere tutta fascista, da Lisbona a Riga o Tallinn (fu questo che indusse Stalin ad accordarsi con Hitler): aggressività e sciovinismo. Il presidente della Repubblica Ceca: “Il mio paese deve entrare nell’euro. Ma prima deve uscire la Grecia”. L’ungherese Orban. I primi ministri di Lettonia, Estonia, Litunia, chiunque essi siano. Quello finlandese – chiunque sia: sono intercambiabili e sorridenti, li scelgono anche belli, ma tutti uguali, che obbediscano a Berlino e cattivissimi. Il premier slovacco, di cui non vale ricordarsi il nome – il suo ministro del Tesoro si chiama Peter Kazimir, e twitta: “Accordo duro per colpa della Primavera greca”. La Romania. Il polacco americano Tusk, che non si sa cosa rappresenta.
Alla conta, se si dovesse fare un esame di democrazia dei governi nel governo europeo, pochi resisterebbero, benché eletti. Sulla Grecia, le immigrazioni, il lavoro, la Russia, le minoranze interne. Poi diranno, come i loro predecessori ottant’anni fa, che loro non c’erano, non  sapevano, non immaginavano,  eccetera, ma il fatto è questo: la Ue è a maggioranza “fascista”, facinorosa e intollerante. Con qualcosa semmai di peggio del fascismo storico, che aiutava “i poveri”.  
Anche negli anni 1930 l’Europa era fascista e non lo sapeva. Identica la spocchia ipocrita britannica, che gioca coi fascisti facendo finta di opporsi, o viceversa. L’influente, aitante, sempre curato, a cominciare dalla chioma, l’ottimo tory si vede dalla chioma, cancelliere dello Scacchiere Osborne è più che furbo, che si precipita a dire non richiesto: “Farò il possibile perché neanche un penny finisca nelle tasche greche”.
Identico, naturalmente, l’allineamento su Berlino.
Si governa non votati e non eletti, non solo in Italia, per scelte degli interessi costituiti. E con intese non 
formalizzate, tra potenti. Con abbondanza – nemmeno più censita, nonché non censurata – di “responsabili” e “soccorritori”, di transfughi mercenari, per soldi, cariche, favori, affari. Negli stessi movimenti di protesta, i più sono per il bastone: gli anticasta, le rottamazioni, i partiti della Nazione.

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