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sabato 14 aprile 2018

L’Alzheimer si previene con l’alimentazione

Si è sempre saputo che certi cibi e certi modi di essere e di fare (“stili di vita”) ci rendono più agili, più vispi, più intelligenti, ma non più saldi nella memoria. Con notevoli variazioni peraltro, nell’alimentazione o nelle attitudini psicofisiche, da luogo a luogo, da cultura a cultura, da generazione a generazione – non bisognava bere acqua-bisogna berne molta, non bisogna correre-bisogna correre, bisogna mangiare carne-non bisogna mangiare carne. Ora che la perdita della memoria è diventata diffusa e una sorta di epidemia sociale - non è più tempo di “distratti” e “distrazioni”, come i deficit di attenzione di zii e nonni venivano benevolmente etichettati -  la cosa è materia di studio.
Lisa Mosconi è una delle studiose di punta di questa branca neurologica. Che ha già acquisito alcuni esiti, anche per merito suo. Non c’è – non ancora – la pillola contro l’Alzheiner, ma molto si sa per farvi comunque fronte. Il ruolo della genetica (ereditarietà) nella demenza precoce o senile è poco o nulla rilevante. Di più contano alcune patologie, e per tutti gli stili di vita,  in particolare l’alimentazione. I cui effetti sull’attività cerebrale la studiosa ha preso da alcuni anni ad approfondire.
Il volume è scientifico e pratico. Sottotitolo della trattazione, che ha scopo divugaltivo e quasi da manuale, è “ Tutti gli alimenti che ti rendono più intelligente”. La corredano un test di 80 quesiti, per verfiicare se siamo o no in linea col regime alimentare ideale all’intelligenza e alla memoria. E schede elaborate e agili insieme sulle proprietà dei cibi di uso comune. Con effetti paralleli, oltre che per lo sviluppo e il rafforzamento delle capacità cognitive, anche per la riduzione dei rischi di cardiopatie, diabete, disfunzioni metaboliche.
Mosconi, giovane ricercatrice fiorentina “emigrata” a New York, ha fondato il Laboratorio per la nutrizione e il benessere del cervello alla New York University, dove ha diretto anche il programma di ricerca sulla “familiarità” (ereditarietà) dell’Alzheimer.Ora insegna Neuroscienze e Neurologia al New York-Presbyterian Hospital, dove è vice-direttrice della clinica per la prevenzione  dell’Alzheimer. È nota negli Usa per ricerche sulla diagnosi precoce dell’Alzheimer. E per gli studi che sono alla base di questo “manuale di sopravvivenza”, sulla possibilità di prevenire o attenuare la perdita della memoria attraverso l’alimentazione, e l’attività psico-fisica.  .
 Lisa Mosconi, Nutrire il cervello, Mondadori, pp.336, ill.  19

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