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mercoledì 1 aprile 2020

Contro il secolo della psicoanalisi

Trecentocinquanta pagine di contestazioni a Freud. Anche solide. Anche di senso comune. Del metodo di ricerca: il caso singolo, nemmeno indagato, è un pretesto. Dell’elaborazione. Delle troppe “verità” – conclusioni, assiomi. Dell’epistemologo ritenuto il più fine del secondo Novecento – in guerra peraltro con Popper, primo Novecento, e con tutto il positivismo, cui ascrive Freud.
L’inconscio dinamico, freudiano, “acquisisce i suoi contenuti in gran parte dalla rimozione inconsapevole di idee originariamente presenti in una certa forma nella coscienza”. Ma come ? Nel sogno? Con le associazioni libere? “Metodi” troppo casuali – da gioco di società. L’inconscio cognitivo basta e avanza, e sottrae ogni credibilità all’inconscio pasicoanaltico: “Nell’inconscio cognitivo regna dappertutto una grande razionalità, che presiede ai processi computazionali e associativi con cui vengono risolti i problemi posti dalla memoria, dalla percezione, dal giudizio e dall’attenzione” Anche se il contenuto di desiderio dell’inconscio” fa si che “esso operi in maniera altamente illogica”. Inoltre, “nell’inconscio cognitivo non giocano alcun ruolo né l’espulsione dalla coscienza di idee e ricordi, né la censura selettiva operata al loro ingresso nella coscienza”.
Grünbaum non si ristampa perché ha fatto troppi danni – al business? È da dubitare, l’analista è un dogma, anche se si limita ad ascoltare. Costa, ma è come un social, non si può fare a meno di chiacchierare. Del proprio subconscio, poi, con rimozioni e colpe e tutto, è un delirio.
“Che prospettive si delineano per il futuro della psicoanalisi nel XXI secolo?” Grünbaum si cautela – siamo nel 1984 - con lo psicoanalista Meehl. Ma per ribadire la sua condanna, di lungo corso: “Avremo un secolo in cui la psicoanalisi potrà essere accettata o rifiutata, soprattutto sulla base delle opinioni personali di ciascuno. Se questo accadrà, la mia previsione è che essa sarà lentamente, ma ineluttabilmente, abbandonata, sia in quanto prospettiva terapeutica sia in quanto teoria della psiche”. Non sembra il caso: accettato o rifiutato, e benché non guarisca, il business marcia: l’“aiutino” psicologico, di uno che ti sta ad ascoltare, è sempre pregiato, anche se non scientifico, anche se ascolta distratto – come fargliene una colpa, troppi casi.
Adolf  Grünbaum, I fondamenti della psicoanalisi.

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