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venerdì 3 aprile 2020

L’Europa al tempo delle donne, brutale

Di Merkel D’Alema richiama con Stefano Cappellini su “la Repubblica” il “merchiavellismo” di conio del sociologo emerito Ulrich Beck: “La tattica dell’esitazione come strumento per domare le controversie”. Ma poi dice: “C’è un muro di gomma tedesco”, su questa come sulle crisi precedenti – che solo l’Europa, va aggiunto, non ha superato.
Lagarde esordisce alla Banca centrale europea sbuffando: “Non siamo qui per chiudere gli spread”. Per che altro c’è, allora, lei e la Bce? La presidente non sa cosa significa politica monetaria.
Von der Leyen affronta la crisi con un netto: Il termine coronabond è uno slogan. Le riserve in Germania, ma anche in altri Paesi, sono giustificate”.
Poi Lagarde e Von der Leyen si sono emendate, dopo giorni. Lagarde spinta dal suo governo, a Parigi, che deve salvare Bnp-Paribas. Von der Leyen spinta dai “consigliori”. Con una lettera a “la Repubblica” in cui assicura che “l’Europa si sta mobilitando al fianco dell’Italia”, anche se non succede niente. E riconosce che “purtroppo non è stato sempre così”. Che “nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria”.
I “primi giorni della crisi” sono quaranta. Von der Leyen ha i riflessi lenti? No, il no ai coronabond – non richiesto - è stato immediato e lapidario. E “troppi” chi?
Nessun dubbio che le uscite di von der Leyen e Lagarde siano state sbagliate e anche dannose, per loro stesse, donne in carriera. Che siano a quei posti in omaggio alle quote rosa?
Ma l’Europa è nelle mani delle donne, Lagarde, Von der Leyen, Merkel. Si dice che le uscite di Lagarde e Von der Leyen sono state gaffes – che volevano dire una cosa e ne hanno detta un’altra. No, hanno detto quello che volevano o dovevano dire, nella maniera più netta. Per una concezione brutale della politica.  Da maestri di scuola, loro come Merkel. Vecchio stile, con alunni buoni e altri cattivi. Senza nemmeno libro “Cuore”.
L’Europa è nelle mani delle donne. Le reazioni alla crisi di queste potentissime donne  sono state violente - un politico, al loro posto, ci avrebbe riflettuto, un po’. La politica femminile è brutale?

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