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venerdì 27 dicembre 2013

Meglio il cane di un figlio

Trent’anni fa si manifestava il grande freddo della demografia, le nascite non compensando le morti, il futuro implodeva. Alla stessa epoca, dopo le filippine ai lavori domestici, i figli, fratelli e mariti cominciarono ad arrivare curiosi. Alcuni, quelli queer, a fare il maggiordomo a righine, i più a portare a spasso il cane – a volte più di uno: l’immigrazione filippina rinsaldò per un decennio la vacillante borghesia. Ma portare a spasso il cane a cinque – anche a otto – mila lire l’ora suscitava più rabbia che riconoscenza. Che si potesse spendere la paga settimanale di un onesto lavoratore a Manila o Mindanao per mandare un’ora a passeggiare il cane. Era l’inizio dell’effetto sostituzione.
Ora “Astra” pubblica l’oroscopo a quattro zampe, distinto per i cani e per i gatti, accanto a quello degli umani – “anche i nostri amici animali sono influenzati dagli astri: le stelle, con le loro posizioni al momento della nascita, e poi con i transiti rispetto ai vari segni zodiacali, tracciano per Micio e Fido periodi più o meno propizi…”. Il nuovo stato di famiglia lo richiede. Ci sono circa 7,5 milioni di cani che vivono in casa: la cifra è nota perché sono iscritti all’anagrafe. I gatti sarebbero sugli otto milioni. Gli umani in età 0-14 anni sono 8,5 milioni. In numero pari, quindi, ai cani o ai gatti. Dieci milioni di famiglie ospitano un animale in casa, poco meno di una famiglia su due. L’inverso che per gli umani, che per il 53 per cento del totale dei nuclei familiari (22.907.000) sono soli o in coppia. Sempre più nuclei familiari “alternativi” a quello tradizionale sono formati da “un umano+uno o più pet”, secondo le associazioni di settore.
Rispetto a trent’anni fa la fecondità è in aumento, la fecondità umana, ma per un numero più elevato di partorienti di origine o nazionalità straniera. L’Istat calcola la fecondità in Italia nel 2012 a 1,42 figli per donna, ancora molto al di sotto della soglia di 2,1 che permette il rinnovo della popolazione, ma superiore al minimo di 1,19 figli per donna del 1995. Con un numero di figli per donna straniera notevolmente superiore a quello delle italiane, 2,37 contro 1,29. Il tasso di natalità dell’Italia è stato peraltro nel 2012 del 9,0 per mille, il livello più basso mai registrato. Il tasso di natalità è il numero annuo di nascite per mille abitanti. Per effetto sostituzione s’intende, nella teoria del consumatore, la variazione nel paniere dei beni consumati in ragione dei “prezzi” relativi delle merci. Non si può propriamente dire che un pet sostituisce un bambino, ma è come se. A tutti gli effetti, economici e psicologici.
Senza crisi
C’è comunque Babbo Natale anche per loro: per gli animali da compagnia, per i regali di Natale, l’Italia spende quest’anno circa 40 milioni. Roba di ottima qualità e anche griffata – c’è un “pet made in Italy” che esporta anche molto: per l’alimentazione i prodotti più sani (senza conservanti, senza additivi, etc.) e gustosi (le specialità sono variatissime), e per la “persona” e il tempo libero quelli più ricercati per design e materiali.
Più in generale, gli animali domestici vanno controtendenza, sfidano la crisi. Il rapporto 2013 di Assalco (Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazine e la Cura degli Animali da Compagnia) e Zoomark International constata che “nonostante la crisi economica, gli italiani non rinunciano a garantire ai loro animali un’alimentazione sana e sicura”. Il segmento principale di spesa, quello per cani e gatti, si attesa sui 1.800 milioni. Con un aumento costante in valore, seppure contenuto, e un lieve calo ultimamente nei volumi, “ma per effetto della riduzione degli sprechi, facilitata dai monodose, e dal minor consumo giornaliero dei cani di piccola taglia”, che si preferiscono sempre più. Prosegue pure “il momento favorevole degli accessori (prodotti per l’igiene, giochi, guinzagli, trasportini, cucce, ciotole, gabbie, voliere, acquari, tartarughiere, articoli per il viaggio e utensileria varia)”, con un mercato valutato in poco meno di 500 milioni, quasi tutto per cani e gatti.
L’Italia è in linea qui con la globalizzazione. Il mercato internazionale del pet food vale 94 miliardi di dollari, di cui 67 miliardi solo di alimenti per cani e gatti, in costante crescita. In Europa (considerando Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Olanda) le vendite del petcare continuano a crescere malgrado la crisi. Negli Stati Uniti la spesa per prodotti pet ha raggiunto i 55 miliardi di dollari (oltre 42 miliardi di Euro).
La spesa sanitaria ancora non è comparabile. Ma è in forte crescita. Il numero dei veterinari si stima in 6.800, quello dei pediatri in 14 mila, ma la forbice si va ridicendo.  Comincia ad assumere cifre sostanziali anche l’abbattimento fiscale per spese sanitarie relative ai pet.
Non chiedono nulla
La tradizione è forte, degli animali domestici, nel mito, la poesia e anche la storia. Dall’Egitto a Cartgaine, e ai fratelli Piccolo, i cugini esoterici del Gattopardo, che hanno lasciato un cimitero dei loro cani nella villa di Capo d’Orlando. Byron dettò questa epigrafe per il suo Terranova Boatswain, nato a maggio del 1803 e morto il 18 novembre 108: “Bello senza vanità, forte senza insolenza, coraggioso senza ferocia”. Nuovo è il loro ruolo domestico “sostitutivo”. Fino a diventare una sorta di programma politico, anch’esso “sostituivo”, alle ultime elezioni, in concorrenza con Dudu, il cagnolino dei fidanzati Pascale-Berlusconi.
Tra le famiglie che non hanno un pet, la maggior parte vorrebbe averli, il 53 per cento. “Si tratta di un dato potenziale”, dice il rapporto Assalco, che però è in linea “con un altro più realistico: il 20 per cento sta pensando di adottare un pet nei prossimi mesi”. E c’è un motivo. Anzi cinque, secondo un’indagine di settore, “ciò che la «gente» pensa dei cani e dei gatti domestici, indipendentemente dall’esserne proprietari”:
- «i cani e i gatti aiutano a stare meglio» - 84 per cento
- «danno molto, senza nulla chiedere in cambio» - 81 per cento
- «tengono davvero compagnia» - 80 per cento
- «sono veri e propri componenti della famiglia» - 70 per cento
- «sono di grande aiuto nei momenti difficili» - 65 per cento”.
Soprattutto il punto due: l’animale da compagnia non chiede nulla in cambio.

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