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venerdì 30 settembre 2022

La Maremma si celebra nei banditi

La Maremma fu a lungo terra di banditi di passo - di uno dei più celebri si appropriò (lo inventò?) Craxi, firmandosi Ghino di Tacco. Tutti più o meno finiti male - come Craxi: bandito non è beneaugurante, la parola è già una condanna. Ma dopo vite complicate, cioè avventurose. A danno di altri, specie i pellegrini della via Francigena. Era anche la Maremma da secoli territorio mefitico, di malaria, trascurato da proprietari assenti o remoti, i più vicini a Firenze, che talvolta nemmeno sapevano di esserne padroni.

La rievocazione – non una storia – si vuole nostalgica. Sottotitolo “Ballate degli ultimi briganti”. Come di una attrattiva turistica. Un’altra, da aggiungere alle tante di cui la Maremma beneficia in questo lungo dopoguerra, dopo le bonifiche fasciste, unitarie e lorenesi. Molteplici i personaggi – ma, poi, i banditi non sono tutti uguali, sotto il “colore”? Crudeli, di cui si sussurra, si escogita, qualche generosità, o anche un lume di acume – lume di acume? Sono soprattutto numerosissimi - c’è anche un Bianciardi, fumino come sarà Luciano, lo scrittore.

Un mondo che sembra inverosimile oggi, che la Maremma è un giardino, e la seconda casa di molti romani e anche milanesi, e tende al lusso. Ma i tempi dell’economia possono essere rapidi, perfino fulminei – come c’è un Blitzkrieg, la guerra-lampo, si dovrebbe ipotizzare un’economia-lampo (e sarebbe più semplice: basta applicarsi). Le abitudini invece no, questa raccolta nostalgica sembra una “storia vera”: la Maremma è sempre terra di passo, di banditi di passo. Ora nelle funzioni di amministratori comunali. Con le multe ineludibili ai viandanti ora motorizzati sulla via Aurelia, di cui si impedisce il raddoppio come autostrada, attraverso un sistema capzioso di segnali. E con le piccole, e non tanto piccole, soperchierie a danno degli avventurati che vi si sono stabiliti come al giardino delle esperidi. È curioso, ma è così: l’economia può correre, la natura umana, invece, quella non cambia.

Filippo Cerri, Di macchia e di morte, Effequ, pp. 360 € 18

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