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mercoledì 4 gennaio 2023

Camilleri riedito

Due inediti: “Samuele detto Leli” è il compagno ebreo di scuola, che a un certo punto scompare. “La prova” sono le pene d’amore di Nené al liceo, con una compagna che gli dà tutto, ma poi si dà a tutti. E quattro racconti sparsi: “L’uomo è forte”, “I quattro Natali di Tridicino”, “La tripla vita di Michele Sparacino”, e “La targa”. Gli ultimi due in realtà già pubblicati in volume, da Rizzoli, il primo con Camilleri in gustoso dialogo con Francesco Piccolo, che prendeva la buona parte del volume, il secondo in dialogo con Giuseppina Torregrossa. La quale voleva, nientemeno, convincere il Maestro che non è vero che le donne eccitano gli uomini, gli uomini sono porci senza bisogno di allettamenti. Ma, bisogna dire, Camilleri, prono a ogni correzione politica, su questo non si è piegato.
“La targa” è un apologo, ghino, ino ino, sull’Italiano pusillanime: imbroglione, violento, voltagabbana, e sempre fascista. Su fondo boccaccesco, la donna non è da meno: la “biddrizza da fari spavento”, venticinquenne vedova, vedova due volte, riceve in casa, ogni amante un giorno.
La “tripla vita” è quella che Sparacino, il signor Nessuno, non ha avuto, non ha potuto avere, per la stupidità e l’insolenza dell’“Italia”: colpevole di ogni misfatto quand’era in fasce, insolentito e minacciato quando in guerra obbediva da eroe, Milite Ignoto al Vittoriano esumato dalla sepoltura anonima. Un “timpuluni”, avrebbe detto Montalbano-Camilleri, una sberla all’Italia che allora si celebrava, nel 2011, quando il racconto fu pubblicato.
Il racconto del titolo è più scontato, ma più articolato. È l’anno scolastico 1937-38, al liceo di Camilleri l’insegnante di religione e quella di scienze insolentiscono Samuele Di Porto, che individuano come ebreo. Il quale, dapprima incredulo, non sapendo di essere “ebreo”, si prende poi raffinate vendette. Finché l’anno dopo le leggi di Mussolini non lo escludono da scuola, il papà capostazione perde l’impiego e la famiglia scompare, forse in Calabria, di cui il padre era originario.
Il racconto copre il buco delle leggi azziali, nell’antifascismo di Camilleri a tutto campo. Ma gli serve anche per scagionare l’amato padre, “fascista e marcia su Roma” ma per bene.
Andrea Camilleri, La guerra privata di Samuele e altre storie di Vigata, Sellerio, pp. 272 € 15

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