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domenica 29 luglio 2018

Il poeta è comunitario

Il titolo della raccolta è quello del primo appunto, il primo di cinque. Ma il tema del primo appunto, 1898, si esplicita nell’ultimo, “Rumore originario”, datato “Soglio 1919, nel giorno dell’Assunzione” – un Ferragosto operoso. L’accostamento di due esperienze fisiche, l’incisione a scuola, al laboratorio di Fisica, del rullo del fonografo, e la dissezione di un cranio alla scuola di Anatomia a Parigi qualche anno dopo, con la “sutura coronale” bene in evidenza, un accostamento senza ragione che però lo perseguita da tempo, infine risolvendo nella possibilità che la punta del fonografo, riportata sulla “sutura coronale del cranio” possa lo stesso “originare un suono, una successione di suoni, una musica”.
Modeste riflessioni, sulla soglia sempre tra visibile e invisibile. Sui toni sempre dell’elegia. L’arte è compenetrazione, tra “la grande melodia partecipe delle cose e dei profumi, di sensazioni presenti e di ricorrenze passate, di tramonti e nostalgie”e “le singole voci che con se stesse portano a compimento questo unanime coro”. L’appunto “Sul poeta” lo teorizza, riprendendo l’immagine dei rematori della feluca sul Nilo, la cui animalità ostile si umanizza nel canto e nella sincronicità.
Si riprende in conclusione l’apologia della “comunanza” del primo appunto, quello del titolo. Cui però fa seguito in questa raccolta un “Frammento dei solitari”, un esercizio di “chiara comprensione”, dove invece “non esistono esperienze vissute in comunione” e “solo le separazioni e gli addii possono essere condivisi”.
Rainer Maria Rilke, Appunti sulla melodia delle cose, Passigli, pp. 85 € 8,50

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