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giovedì 2 agosto 2018

Letture - 353

letterautore


Autostrade – Oggi desueto, in favore di autoroute, è stato fino ai primi anni 1970 il nome francese per “autostrada”. Derivato dall’italiano, dalle prime autostrade, Roma-Ostia, Firenze-Mare.

Céline – Sul “Venerdì di Repubblica” Massimo Raffaeli affianca a Céline Roger Poulet, lo scrittore belga “contro”, di cui si traduce  ora “Contro la gioventù”, ma autore anche di un “Contro l’amore”, “Contro la plebe”, “Contro l’automobile”. Che dice “ferreamente reazionario”, quale s proclamava in effetti, “nemico giurato della modernità”. e collaborazionista, cinico, misantropo. Ma Céline era r reazionario, collaborazionista, cinico e misantropo? Il fatto – il problema Céline - è che non lo è. Un po’ misantropo da ultimo, ma contro il suo genio – peraltro scriveva moltissimo e parlava con chiunque andasse a trovarlo, molto.

Colonialismo – Si esercitò al caldo, al  tropico, ma fu freddo. Chesterston, “L’uomo che sapeva troppo”, ha “il tipico paradosso degli inglesi in Africa, la cui gelida freddezza pare incrementata dal grande caldo”.  

Dante – Ci sono le Malebolge  anche in “Sotto il vulcano”, il giorno del giudizio di una vita etilica. Ma senza crediti, la parola è usata da lessico inglese.
Le Malebolge ricorrono nel romanzo come destinazione meritata dal giornalisti. E corrispondono a un sito fuori Cuernavaca in Messico, detto barranca, un burrone stretto che taglia il paesaggio.

Due culture – La medaglia Field (“il Nobel della matematica”) al giovane Alessio Figalli, allievo di un liceo classico, nemmeno dei più rinomati di Roma, mostra che le “due culture” nascono da un complesso d’inferiorità dei tecnologi. L’umanista non teme e non avversa le scienze. Marchionne era di formazione filosofo, poi specializzato in economia e diritto.

Figalli smentisce anche il Berlinguer dell’Istruzione, e l’apparato di vandali che ha lasciato vent’anni fa. Che hanno demolito l’università e i licei e ora si occupano di ridurre all’ignoranza la scuola dell’obbligo. Tecnici che vogliono “americanizzare” la scuola, non sapendo l’inglese. 

Garibaldi – “Dalla Grecia fino alla cattolica Spagna, dalla libera America fino alla serva Russia, il nome di Garibaldi era una parola sacra, un sinonimo di libertà. Perché dunque oggi, quando una miseria così grande opprime il popolo italiano, questo nome non ricorre più sulle labbra, perché siamo costretti a riconoscere che si è persa la fede in lui e a ricordare con dolore che le sue effigi sono state infrante dalla furia popolare nell’eroica Sicilia?” (Mikhail Bakunin-Alberto Tucci, “La situazione”). Questo non lo sapevamo. Oggi, nel 1868.

Indiretto libero – Turbava Pasolini, per la difficoltà tecnica. Ma suona anche falso. Il “discorso” che è stato detto di Flaubert, del’io-narratore che si esprime in terza persona, come se ricostituisse, analizzasse, interpretasse detti e fatti della realtà, da osservatore imparziale, scientifico (deduttivo), professorale.
Nato come tecnica più onesta, è invece faticoso, a meno dei rari casi d’immedesimazione. Agli inizi del romanzo, e anche nell’Ottocento, fino a Manzoni, l’autore si riconosceva narratore, per un documento ritrovato, o anche senza riferimento – vi racconto una storia. Senza fingere un realismo di programma: la verosimiglianza non è più onesta, solo più faticosa.

Miramare - Il castello triestino è stato fatale a molti di quelli che lo hanno abitato. La principessa Sissi. L’arciduca Massimiliano e l’amata consorte, Carlotta.

Nomi – Odifreddi alla Versiliana diventa Oddifreddi per il titolista della “Nazione”. Un anglicismo involontario rivelatore: gli odds – probabilità - freddi.

“Ho 74 anni, Speiser è il nome del mio ex marito. Ci siamo sposati quando avevo 19 anni e abbiamo divorziato due anni dopo”, dice Jane Rose S peiser, imprenditrice immobiliare molto attiva, tra l’innovativo e il sociale, oggi impegnata nell0entroterra ligure, a Pornassio, dove ha comprato un quartiere, e a Genova. Una vita con un nome odioso, di cuna beve convivenza, probabilmente litigiosa. Il nome ci identifica? L’apaprtenenzam la famiglia, l’identittà?

Saggio – Viene meglio ai poeti. Il saggio letterario, la critica: è l’acuta conclusione di Alessandro Piperno su “La Lettura”, che ne elenca un’infilata mozzafiato: Coleridge, Leopardi, Baudelaire, Valéry, Eliot, Yeats, Brodskij, Bonnefoy, “solo per citare i primi che mi vengono in mente” – ma anche Montale, Mandel’štam, Pound…. Mentre i saggisti di professione, i critici, sono poco “critici” – aperti, mobili, inventivi.
I migliori del Novecento Piperno li elenca come monomaniaci, ripetitivi: Praz, Debenedetti, Macchia, Manganeli, “per dire quelli che conosco meglio”. E Croce, Cecchi - Croce si salva come storico dilettante, ottimo dissotterratore e narratore di personaggi e eventi trascurati, e come filosofo (sic!).

Scrivere – “Con il mio primo romanzo ho imparato che scrivere libri è molto più facile che venderli”, John Grisham, in nota a “Il caso Fitzgerald”.

letterautore@antiit.eu

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