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giovedì 2 agosto 2018

L’ora dello zingaro

È agosto, l’afa è record, 43° gradi ai bollettini artificiali, ma al Municipio XII di Roma siamo in molti. Anzi, più del solito. In attesa di fare un certificato, dopo esserci prenotati per tempo, un  mese, due mesi fa, per il giorno e l’ora precisi, come ora vuole il galateo del dipendente pubblico.
Molte sono le mamme, con bambini di pochi mesi. Mai visti in un’anticamera pubblica tante mamme con bambini. Un avviso prevede uno spazio apposito per le madri che allattano: il morbo dei “documenta” si è allargato agli infanti?
Le chiamate vanno avanti, ma solo per alcune pratiche, di cui si chiamano le prenotazioni con  anticipi di mezzora, un’ora. Che non bastano a smaltire la piccola folla. Forse non grande, ma abbastanza per cancellare l’effetto aria a circolazione forzata. Di cui l’osservazione dura, un piccolo impiego del tempo, poiché il nostro tipo di documento richiede evidentemente tempi lunghi. Ma, poi, con un’ora di ritardo sul previsto, la chiamata arriva.
Bisogna in effetti scrivere molto. Sotto dettatura, una intera pagina. Formule di rito, ma vanno scritte a penna, chiare, a stampatello. Sono formule d rito e la cosa procede. Finché un o zingaro robusto non irrompe nel piccolo separé. Sono le 11.40 e lui vuole essere servito – è l’orario segnato nel suo buono di prenotazione. Gli viene spiegato che questo non è il posto per il suo documento, e che deve aspettare finché non sarà chiamato dal quadrante luminoso. Non capisce, o non vuole. Mostra la prenotazione per le 11.40, e vorrebbe sedersi. Impaccio. Gli viene detto di andare all’Informazione, dove gli spiegheranno. Ma non se ne va: dice qualcosa nella sua lingua, sempre rude, e vuole essere servito.
C’è una sosta, le due impiegate dell’ufficietto, ognuna già impegnata, non sanno che fare. Insistono, si alzano, gli indicano le Informazioni all’ingresso, e niente. Lo zingaro non demorde e anzi si siede in una delle sedie liberate. Pensieri salviniani emergono, che uno vorrebbe scacciare. Che non se lo sarebbe permesso in Svizzera. O in Inghilterra – in Inghilterra la polizia è disarmata ma ha maniere brusche. Sicuramente no, nemmeno in Grecia si è mai visto una tale prepotenza, non sono Roma, non si fa “come a Roma fanno i romani”, come dicono gli inglesi – a baccagliare direbbe un siciliano.
Finché la moglie, una donna che lo segue muta, non rompe l’imbarazzo. Ha visto liberarsi il separé adiacente e mugolando incomprensibile ci trascina l’omone. Che viene servito. 


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