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lunedì 30 luglio 2018

Tutti liberi, senza libertà

Si ripropone “l’Unico” tra i classici della filosofia. Beché sia stato reietto dalla filosofia succesiva, da Nietzsche a Heidegger. Riproposto come manuale politico, o bibbia dell’anarchia, e quasi del tutti liberi o tutti sciolti odierno – ancue questo a torto.
Sossio Giametta lo rilegge come un’anticipazione, se non una previsione, passata inascoltata. Come manifesto dell’individuo. Sciolto da ogni vincolo, e anzi ribelle. E per questo antidoto al totalitarismo, sempre in agguato. Ma la fatica di Giametta si conclude in un momento che si potrebbe definire stirneriano, anomico. Dove però la relazione contraria appare probabile e anzi evidente: non c’è liberazione, in questa storia dei diritti di ognuno, inalienabili e inesauribili, e anzi assoggettamento. Sia pure nelle forme morbide o subdole dell’entusiasmo o affidamento. La domanda ponendo se non è l’individuo assoluto –isolato, segmentato, parcellizzato, ognuno il monumento di se stesso, sciolto anche dalla tradizione, e dalla storia - pronubo del totalitarismo, succube della propaganda.
Si vede col grillismo, che si propone e propone la definitiva emanazione dell’autonomia individuale, ed è in realtà succube di ogni, pur aberrante, campagna pubblicitaria – nonché del culto del Capo. Attraverso i canali tradizionali, tv (talk show), giornali (interviste, dichiarazioni), e attraverso i social, così liberi per tutti di programma, e di fatto così legati, perfino succubi. Grillo può sostenere le sciocchezze più sconce, con una maschera perfino studiata, di fronte e di profilo, meglio in piedi, da clown irridente, ed essere creduto ciecamente, alla lettera, e obbedito.
Dovrebbe essere il classico dell’anarchia, anzi il testo fondante, ma non può esserlo, per un motivo quasi ovvio. Marx lo criticò subito, con Engels. Nell’“Ideologia tedesca”. Come quello che celebra l’individuo borghese, il proprietario. Che agisce sulla base dell’egoismo, del proprio interesse. E questo, anche senza calcolo, è: l’individuo di Stirner è caduco, senza integrazione o comunità di appartenenza. Definita con criteri sociali, culturali, generazionali, religiosi, nazionali, o anche solo residenziali, di quartiere.
Un bel libro, l’edizione “definitiva” di un testo problematico. Riprodotto in originale, con la traduzione e l’introduzione di Sossio Giametta – la vastissima bibliografia è di Vincenzo Cicero.
Max Stirner, L’unico e la sua proprietà, Bompiani, pp.992 € 40

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