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venerdì 3 agosto 2018

L’Autore è perfido

L’amicizia è indistruttibile, anche se tradita?  È la morale del racconto del titolo. Che però non è un’apologia dell’amicizia, ma una satira sorniona – di due scrittori “amici per la pelle”, checché ciò voglia dire. Un libro viene riscritto, ma non al modo giocoso di Borges o Calvino, per dispetto, per defraudare un amico.
Il secondo pezzo è una riflessione sull’io. Accesa dai selfie ciechi delle torme di turisti in piazza san Marco a Venezia. Che si penserebbe sorniona anch’essa ma è amara. Dello scrittore condannato all’“indiretto libero”, il discorso o modo di narrazione flaubertiano – ma già di Jane Austen, assicura McEwan. Al modo narrativo invalso da un secolo e mezzo, dell’autore onnisciente che si traveste da terza persona, faticosamente. “Nella sua prima maturità il romanzo inglese si compiacque di apparire «reale»”, nota McEwan, di fare cronaca, di avere trovato un diario, un epistolario, un documento, eccetera. Ma poi non prende partito.  
Ian McEwan, Il mio romanzo viola profumato, Einaudi, pp. 55 € 5

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