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venerdì 5 aprile 2019

Il destino nel vento

A Dodona, in campagna, in una valle isolata sotto un massiccio montuoso, all’interno dell’Epiro, la regione di Nord-Ovest della Grecia che guarda al di qua dello Jonio, un oracolo arboreo, dedicato a Zeus, che legge lo stormire delle foglie – una quercia ancora presidia il luogo. Le pizie interpretavano le risposte del dio attravero i suoni, le vibrazioni dell’aria nel luogo isolato e protetto all’interno di una montagna.
Uno degli oracoli più autorevoli in Grecia, di cui in Euripide e Erodoto, celebrato anche nei maggiori centri della Magna Grecia, e da essi frequentato. Per le occorrenze più diverse: i fatti della vita, nascite, morti, malattie, i desideri, gli affari, le liti. Attivo dal VI al II secolo, fin dopo l’occupazione romana della Grecia. Prima della caduta, Dodona fu anche un notevole centro politico, con i re Alessandro il Molosso e Pirro. Le richieste alla divinità venivano presentate in tavolette minuscole di piombo, di cui la mostra espone una selezione delle tante detenute dal museo di Ioannina. In alcune di esse c’è anche, sul retro, la risposta della divinità. Talvolta le tavolette-domande, che evidentemente avevano un costo, venivano “riciclate”.
Un recupero culturale di un rito trascurato nel revival della Gracia classica. Nel quadro di una ripresa di interesse tra le due sponde dello Jonio. La Calabria sta sviluppando un forte recupero della tradizione greca, che ha caratterizzato la regione fino all’arrivo dei Normanni, gli “agenti del papa”, della latinizzazione, nel secolo XIImo. Riti e luoghi di rito ortodossi vengono ripresi. Onomastiche, topononomastiche e dialetti greci recuperate. La mostra si vuole un passo di questa collaborazione.
Alla mostra una considerazione si può aggiungere, su questo oracolo finora trascurato Un fatto anch’esso trascurato ma di grande significato: la localizzazione incongrua di Dodona, un luogo di culto impervio e quasi nascosto, al centro e alla base di rilievi montagnosi, è analoga a quella che avrà il santuario di Polsi, in una valle all’interno dell’Aspromonte, dedicato a Maria Vergine dai Normanni nel XIImo secolo, evidentemente in continuità di culto con un rito antico.
La mostra, curata da Carmelo Malacrinò, il direttore del MArRC, con Konstantinos Soueref, il direttore del Museo Archeologico di Ioannina, e Fausto Longo Luigi Vecchio, dell’Università di Salerno, espone una scelta dei reperti di Ioannina. Al sito oracledodona.it è disponibile una presentazione fotografica di Dodona e la mostra.
Dodonaios. L’oracolo di Zeus e la Magna Grecia, Museo Archeologico di Reggio Calabria

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