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domenica 18 agosto 2019

Festa di lutto per l’Europa

Un secolo dopo, al culmine delle “celebrazioni” della Grande Guerra, un riesame di quella catastrofe come condanna dell’Europa. Dopo quattro secoli di continua ascesa, in tutti i campi.
Vasto soggetto, tutta la nostra storia. Che per molti aspetti è ancora la storia del mondo. Gentile non fa la storia ma ne analizza il senso, ne estrae un percorso. Semplice, e forse semplicistico, ma sicuramente vero, la sua parte: l’ascesa fu dovuta alla tecnica, alla continua reinvenzione del modo di produzione, e anche di pensare, che hanno favorito l’egemonia europea, economica e intellettuale. Il declino avviene per la stessa ragione: lo sviluppo si era fatto nella competizione fra le nazioni, la quale però a un certo punto, per i costi che è venuta ad assumere, con la Grande Guerra, e poi definitivamente con la seconda, è diventata distruttrice. Le “invenzioni” che fecero grande l’Europa, fino allo Stato-nazione e alla società di massa o dei consumi, diventarono con la Grande Guerra distruttive in grande, per la stessa ragione. “Fra popoli” cioè “invasati dall’odio nazionalistico”.
Molto resta da dire sul declino dell’Europa, Che è recente e recentissimo. Per la globalizzazione dell’economia e la caduta della tensione unitaria, fenomeni coevi, di trent’anni fa. Gli sforzi e le intelligenze messe in campo per adeguarsi alla globalizzazione sono stati frustrati dalla caduta della tensione unitaria dopo la riunificazione della Germania – di questa “nuova Germania” (nuova rispetto a quella di Bonn) non si vuole parlare, e questo condanna l’Europa.
L’esercizio di Gentile resta come un corpo delle meraviglie dell’Europa all’apogeo. Un testo corposo, in una quarantina di capitoli. Partendo dalle 24 innovazioni o rivoluzioni, intellettuali, industriali, politiche, che Alfred Ruselli Wallace, naturalista, zoologo,  biologo, chimico, esploratore, eccetera, poteva elencare, a ottant’anni, a fine Ottocento, in “The wonderful Century”, il secolo meraviglioso, tre edizioni esaurire in meno di un anno: le scoperte, Copernico, il calcolo differenziale, etc., e l’elettricità, il vapore, eccetera. La “rivoluzione della modernità”, che lo stesso Gentile può dire “la più sconvolgente, profonda, irreversibile e planetaria trasformazione della storia umana”. Cui Wallace trovava un solo antecedente: la “rivoluzione migratoria” di centomila anni fa, quando i primi gruppi umani lasciarono l’Africa centro-orientale per andare a popolare tutte le terre emerse (tesi oggi non più tanto vera, n.d.r.). E Gentile: “Nessun altro periodo della storia è stato altrettanto fitto e denso di esperienze nuove, profonde, vaste, sconvolgenti, esaltanti e terribili”, una scelta curata degli aggettivi. Una festa, per la lettura e per gli occhi – una festa di lutto, con le lodi del defunto.
Emilio Gentile, Ascesa e declino dell’Europa nel mondo. 1898-1918 , Garzanti, pp. 460,, ill., ril. € 22

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