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domenica 18 agosto 2019

La fine della famiglia

S’incontrano sempre più spesso cinesi di venti e trent’anni, donne perlopiù, belle naturalmente, scrittrici, artiste, imprenditrici, stabilite tra Londra o New York, anche in California. Molte immigrate, volontarie, per scelta, tra esse la figlia del Grande Timoniere Xi Jinping. Molte seconda generazione di figli unici,  giovani che hanno solo quattro nonni. È la disintegrazione della famiglia – il pilastro sociale cinese? Sembra impossibile.
L’Italia ha il record della denatalità: non si fanno più figli. Per il fatto, si dice, che la donna lavora, i redditi sono mediocri, e non ci sono sufficienti asili nido – che invece ci sono. Ma la coppia che lavora accudisce senza difficoltà almeno un pet, in genere un cane. Che ha bisogno di attenzioni  lungo tutta la giornata, e quindi di pet-sitting, o di una pensione-scuola, a pagamento. Più le vaccinazioni, contro la rabbia eccetera. Più la pulizia dei problemi d’igiene che comporta. Nonché di un’alimentazione variata e sempre speciale. Un tempo di cura e una spesa non inferiore a quella di un figlio.
Si fa per il pet di tutto e di più Nel “solito” bar, dove sono ammessi, i cani vengono continuamente abbracciati affettuosamente, anche baciati sulla bocca, dopo che hanno annusato e leccato il marciapiedi, nei tre o quattro strolling quotidiani. Si fa per il pet domestico ogni imprudenza e ogni eccesso. L’istinto familiare, ancora perdurante, si è travasato su esseri indifesi.

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