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lunedì 22 ottobre 2018

Secondi pensieri - 364

zeulig


Dio Plinio il Giovane ne ha idea non peregrina, per quando incidentale – “Storia naturale”, 2,14: “Ritengo un segno di stupidità umana cercare di scoprire la forma e la fisionomia di Dio. Checché Dio sia – ammesso che Dio ci sia – consiste solo di senso, vista e udito, solo di spirito, solo di mente, solo di sé”. Estrapolazione (assolutizzazione) di ogni forma umana, i sensi, lo spirito, l’essere.  
Ermeneutica – È molte cose strane. Il dottissimo san Tommaso d’Aquino. O l’aquila sant’Agostino che deve discettare su cosa ha voluto significare una parola di san Matteo, il quale era un semianalfabeta – se era un discepolo, doveva esserlo. O il Grande Critico che costruisce l’Autore , anche inesistente.  
È un’arte per sé, l’interpretazione. Un esercizio di verità come esercizio sulla verità - l’arte è dell’esercizio, la verità la materia bruta, o campo di esercitazione.

La prende a partito Casanova, senza naturalmente nominarla, era scienza ancora non istituzionalizzata, nel libello “Lana caprina”, a Bologna nel 1772. A proposito di un “famoso signore di Saint Hyacinthe”, che “con il suo «Chef d’oeuvre d’un inconnu» fece inarcare le ciglia a tutta la repubblica letteraria”. Hyacinthe Cordonnier, cavaliere di Themiseuil o di Saint Hyacinte, pubblicò lo “Chef d’oeuvre” nel 1714, sotto lo pseudonimo di Chrisostomus Mathanasius: molte pagine a commento di una canzone francese. In cui, scrive Casanova, “egli difendendola fa pompa, ma gentilmente, di un sapere esterminato, e finissimamente critica i Casauboni,  i Menagi, i Vossi, i Scioppi, i Salmasi, i Sorbieri, i Scaligeri, ed infiniti altri”. Cioè Casaubon, Gilles Ménage, Gerhard Johannes Voss, forse Johann Schop, Claude Saumaise, Samuel Sorbière, Giuseppe Giusto Scaligero – quasi tutti francesi, Scaligero compreso, eccetto Voss e forse Schop.  
Casanova non ne aveva buona opinione: l’opera di Saint Hyacinthe diceva che “non può essere letta che ridendo poiché è piena di spropositi”. . 

Giustizia – Se ne misura il grado di giustizia da una semplice osservazione che la scrittrice canadese Mavis Gallant faceva nel 1971 per i lettori americani del “New Yorker”, presentando un caso celebre in Francia, Rossi-Russier, di una donna innamorata di una ragazzo giovane, che viene per questo imprigionata e si uccide: “Immaginate che l’habeas corpus non esista nella legge americana e la detenzione preventiva sì: chiunque può essere messo in prigione senza un giudizio  per il tempo che il giudice che conduce l’indagine preliminare giudica giusto. Il giudice è sovrano”. La giustizia dei giudici: una forma di potere, l’antìtesi quindi della giustizia.

Opinione pubblica – Si riduce al voto, la cui portata viene sconfessata, ora che il voto va a destra. L’opinione pubblica è di sinistra? È l’esito o lo specchio di una cultura politica progressista? Non può essere - sarebbe dire la cultura di sinistra o progressista vuota, se porta la politica a destra, oppure opportunista, scontata, conformista, qusle oggi si vuole.
Ma il pubblico non conta nell’opinione pubblica – quando si rifarà la storia dell’opinione pubblica bisognerà tenerlo presente.

Pagano – Il Battaglia lo rintraccia nel XIImo secolo. E lo definisce “abitante di paese”, “borghese”, lezione recepita dalla Treccani, in opposizione al miles, guerriero, bellicoso, e quindi al cristiano, che invece è un “combattente”. Ma non sarà il romanesco “burino” – pagus era il villaggio, l’agglomerato di campagna? Cioè uno ignorante. Comunque non recenziore: l’opera maggiore di sant’Agostino s’intitolava, nel V secolo, “De civitate Dei contra paganos”, ventidue libri di contestazione di ogni civiltà che non sia cristiana.

Parodia – È – può essere – solo scherzo. Altrimenti è infelice ripetizione. Kierkegaard: “Il quadrato è la parodia del circolo: la vita e il pensiero sono un circolo, mentre la pietrificazione della vita prende la forma della cristallizzazione. L’angolare è la tendenza a restare statici: a morire”.

L’ironia (Swift, Voltaire, anche Sterne) è un impianto - una posizione nella vita, una rigidità: per questo dissecca.
La satira tiene due ore e mezzo – la lunghezza di Aristofane.
Anche Rabelais si legge a pezzi – e perché è Rabelais.
L’ironia non regge una narrativa, solo l’aneddotica. Se non lievitata - alleviata – al modo dell’Ariosto, per una lettura multiforme, più immaginativa che critica, esagerata, e diventa patrimonio popolare.
Si può pensare tutta la “Ricerca” una colossale forma d’ironia, altrimenti tutto rasenta il ridicolo: la gelosia in mille pagine (mille! di uno, il narratore, che non è  mai stato innamorato, si sa, si sente), i froci, le lesbiche, le puttanelle, i borghesi pieni di sé, il padre-Cottard, la madre-Verdurin (o madame Straus e le altre madri alternative), gli stessi duchi, a loro volta snob. Anche se non senza compassione, che ne è la chiave: l’autoconsolazione.

Pudore – Sarebbe tema filosofico ma è trascurato, mentre  è tema casanoviano ricorrente. Con riferimento a Socrate in Platone, che Casanova cita in latino (“Lana caprina”, 41): “Dovunque c’è il pudore c’è anche il timore, mentre non è vero il contrario. Cioè che dove c’è il timore c’è anche il pudore. Poiché mi pare che la natura del timore sia più estesa di quella del pudore”. Il casanovista Renato Giordano attesta che “il problema del pudore ha sempre interessato Casanova e a Dux vi sono vari trattati su questo argomento. Ricordo per tutti un curioso e lungo trattato in italiano dal titolo «La vergogna»”, a tutt’oggi inedito.
Nello stesso trattatello, “Lana caprina”, Casanova cita in precedenza Erodoto, sempre in latino,  e san Cipriano, ma invertendo le citazioni. A Erodoto attribuisce san Cipriano: “La divina provvidenza ci ha dato il pudore e la nobiltà d’animo; così che chi ci dirige può frenare le nostre passioni con il pudore come si trattengono i cavalli col freno, ed evitarci vergognosi eccessi: ugualmente può servirsi della nostra nobiltà d’animo come d’un paio di speroni per spingerci al bene, lungo una strada difficile”. E: “È infatti il pudore ingenito il fondamento della temperanza”. A san Cipriano attribuisce Erodoto, “Gige e Candaule”: “Spogliandosi delle vesti, il corpo si spoglia di ogni pudore” 

Razzismo – È nozione conflittuale, tra le razze: a ognuno il suo razzismo. Ogni teorico razzista deve contestare il razzismo altrui, delle altre razze o nazioni, tribù, comunità. I razzisti italiani, Niceforo, Sergi, lo stesso Evola erano soprattutto applicati a contestare il razzismo tedesco, forte nel tempo di Hitler ma anche prima, o filotedesco (di Chamberlain et al.).

Scrittura – Ha vita autonoma. C’è nella scrittura, nella buona scrittura, dotata, qualcosa di più grande del percepito e dell’espresso, o del vissuto. Freud e Heidegger (e Nietzsche, eccetera), o Stendhal e Schopenhauer (ma anche Platone, Rousseau, eccetera), scrittori dotati, sono molto più grandi delle loro teorizzazioni, o del loro misero vissuto. Di una grandezza incomparabile, poiché la misura un fascino sterminato.
Ciò può essere fonte di meraviglia, entusiasmo o paura. Ma è esaltante: da solo dà la misura del potenziale umano, della realtà dell’uomo. 

Il montaggio è il segreto della narrazione (W.Benjamin)? L’enchaînement è obbligatorio, è la chiave del piacere di leggere. Ma può essere buona narrazione (buona lettura) una “scrittura delle scritture”, di citazioni, calchi, rinvii, echi. E la scrittura (lettura) frammentata. I salmi sono un’altra lettura – anche non devozionale: salmodia, inno, preghiera.


zeulig@antiit.eu

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