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mercoledì 24 ottobre 2018

Il velo è delle donne


Il Comitato dei diritti umani dell’Onu “condanna” la Francia per la legge sul divieto del niqab, la copertura totale della donna. Lo stesso giorno, per caso, da Haifa la filosofa Fania Oz-Salzberger si pronuncia non richiesta sullo stesso tema, sulla stessa linea. Israele che spinge un aspetto odioso dell’islam non è male – la Commissione dell’Onu , diciotto membri, poco presenti, accademici senza giurisdizione, è presieduta dal professor Yuval Shany, dell’università di Gerusalemme, he è quello che stila i pareri.
“Il problema sono gli uomini”, dice la professoressa Oz a Davide Frattini sul “Corriere dela sera”, il problema della cancellazione della donna: “i padri, i mariti, i fratelli”. Ma prima del khomeinismo si girava per i mondo arabo, per l’Iran, per la Turchia, fra poche donne velate, poco e vezzosamente, e molte non velate, liberamente: erano donne senza padri, mariti, fratelli?
La “rivoluzione pacifica” che impose Khomeini era composta più dalle donne che dagli uomini, nell’occupazione delle piazze e, il venerdì, delle città. Dunque, un segno di progresso e di libertà. Ma di donne improvvisamente coperte di nero. Le masse femminili sempre coperte di nero, col drappo portato davanti alla bocca, furono le masse d’urto anche nei primi tempi del khomeinismo, al lungo processo al Majlis, il parlamento, sugli ostaggi americani, e nei processi politici agli oppositori e ai critici che si concludevano con la condanna alla forca. Si potrebbe arguire che manifestavano per liberarsi degli uomini, ma erano al guinzaglio di uomini, gli ayatollah, in uno stato di servitù volontaria e anzi entusiasta.
Questo per la verità storica, non per assolvere i padri, i mariti e i fratelli. Anche se pone problemi, certo, al femminismo - non sempre, all’evidenza, libertario o progressivo. La copertura integrale della donna non è un fatto di legge islamica, è un fatto di mentalità femminile. Politica, se si vuole: la cancellazione della donna avviene in pubblico, tramite l’abbigliamento, non in famiglia, sempre all’evidenza, né a letto. È la cancellazione del mondo in cui la stessa si trova a vivere, la modernità. In patria, dalla Persia a Casablanca, e fuori, in Europa e altrove.

Non si può proporre, non è corretta, l’ipotesi che il fondamentalismo islamico abbia madri più che padri, le madri naturali dei terroristi. Ma non si può scartarla: la bardatura totale della donna è una scelta e non un vincolo, ed è un rifiuto. 


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