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domenica 21 ottobre 2018

L’industria dell’Aids – cronache dell’altro mondo 13


Al culmine della crisi dell’Aids, negli anni 1980-1990, molti che ne furono affetti vendettero le polizze vita nominando un beneficiario a loro sconosciuto, spesso una società, scommettendo in pratica sulla propria morte. Tra gli anni 1980 e 1990 un nuovo settore finanziario si sviluppò. Dei “regolamenti viatici”, molto attivi nella promozione e la pubblicità, specie nella stampa Lgbtq.
Un regolamento viatico”, spiega la Treccani, “è la vendita di una polizza assicurativa vita esistente da un terzo a un terzo per più del suo valore di rendimento in contanti, ma inferiore alla sua prestazione di morte netta. Tale vendita fornisce al proprietario della polizza una somma forfettaria. Il terzo diventa il nuovo proprietario della polizza, paga i premi mensili e riceve il pieno vantaggio della polizza quando l'assicurato muore”.
Senonché nel frattempo si realizzavano i farmaci inibitori e anti-virus e molti sono sopravvissuti.
Uno di essi, Sean Strub, oggi sindaco di Milford in Pennsylvania,  che col ricavato ha poi creato il periodico POZ, spiega che “viaticò” tre polizze vite, realizzando il 93 per cento del “caso morte” su una polizza da 150 mila dollari, il 70 per cento su una polizza da 300 mila, e circa il 50 per cento su una da 20 mila.

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