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giovedì 25 ottobre 2018

Polonia e Ungheria a caccia di immigrati


Ha bisogno di lavoro immigrato soprattutto l’Est europeo, che pure presenta il fronte sovranista originario e più duro, Ungheria e Polonia in testa. La Polonia, che è anche il paese col maggiore tasso di emigrati negli ultimi trent’anni, verso la Germania, la Francia e la Gran Bretagna, è il paese probabilmente con più per messi di lavoro per immigrati, un milione 700 mila a fine agosto. Ha sopperito finora alla carenza di manodopera con immigrazione dall’Ucraina e da altri paesi, ma progetta un’apertura verso il Sud-Est asiatico, Filippine e Vietnam, in chiave “filiera cattolica”. Una nuova legge sull’immigrazione sta per essere licenziata, che consente gli arrivi extra-Ue, e a lungo termine – la legge vigente consente permessi di soggiorno di tre-sei mesi, che l’industria critica.
Anche Slovacchia e Repubblica ceca, benché in prima linea sul fronte del no agli immigrati, hanno bisogno di manodopera straniera. Ma più di tutti ne ha bisogno l’Ungheria di Orbàn, il “primo sovranista”. Nove imprese su dieci si calcola che limitano l’attività per carenza di manodopera. Con un doppio danno: i salari, in un mercato del lavoro così teso, sono in crescita, di un 10 per cento nel solo ultimo anno.

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