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venerdì 26 ottobre 2018

Il rating spazzatura

L’Italia è affidabile come Panama. Come le Filippine. Meno del Botswana. O del Messico, del Perù, della Malesia. Molto meno del Giappone, che invece è raccomandato, pur avendo un debito pari al 250 per cento del pil, e in crescita. Stiamo parlando della valutazione – rating – dei debiti nazionali. Questa è quella di Standard & Poor’s, di cui si attende stasera la retrocessione ulteriore dell’Italia. Un paese, detto per inciso, che ha anche le terze riserve monetarie in oro al mondo, dopo gli Usa e la Germania.
Fitch ricalca le valutazioni di Standard & Poor’s. Moody’s mette l’Italia, in fatto di affidabilità, alla pari con Ungheria e Romania, e con il Kazakistan. Ma un po’ peggio di Panama e le Filippine. E molto peggio del Botswana. Sempre valutando ottimamente, meglio di S & P’s, il Giappone – oltre che il Botswana.
I rating delle agenzie non si basano su criteri standard e su metodologie chiare. Sono valutazioni politiche. Che prescindono però anche dalla politica – il Kazakistan è una dittatura – se la committenza paga. Il criterio base è l’affare, quanto l’agenzia ci guadagna. Nel caso di banche e gruppi economici dichiaratamente, per contratto. Nelle valutazioni-paese per criteri oscuri.

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