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giovedì 1 luglio 2021

Appalti, fisco, abusi (204)

Si sia vittime di un’ammenda o verbale avventato, in base al codice della strada, con richiesta di soldi e cancellazione di punti, da parte di un-\a vigile\ssa, gli stessi, né il dirigente che esamina e avalla la contestazione, sono responsabili. Non per inavvertenza né per incapacità. Anche se vi hanno costretto a defatiganti e costose procedure di ricorso – non al Prefetto, per il quale vale solo l’ente sanzionatore, cioè il vigile urbano stesso e il Gruppo di appartenenza. Una giustizia padronale.
 
Semplificazione, semplificazione. Il 730 precompilato necessiterebbe la lettura di 133 pagine di istruzioni, a corpo minuto. Semplice, no?
 
Il Piano di Riconversione e Resilienza europeo si basa, per la parte italiana, nell’ammodernamento delle infrastrutture. Cioè in investimenti a gara, in appalti. Non c’è appalto che non venga contestato al Tar. Con successivo ricorso al Consiglio di Stato. Quindi non c’è appalto che non ritardi di due anni la commesa – è la causa maggiore della “perdita” dei finanziamenti europei per le opere nelle aree sfavorite. Ma si può andare anche oltre i due anni: in Toscana si è arrivati a otto anni, per l’affidamento delle autolinee regionali, per un nugolo di ricorsi degli eclusi, comprese le Ferrovie, contro il vincitore, le ferrovie francesi. E forse non è finita: si studia un ricorso alla Corte Europea.
 
Nei ricorsi i ricorrenti chiedono normalmente l’“accesso agli atti”. Che sembra dovuto – sono gli atti della gara d’appalto, di come e cosa ha concordato chi ha vinto. Ma non è una garanzia di terzietà: il concorrente bocciato vuole solo sapere il know-how di chi ha vinto i suoi conti, la sua organizzazione, l’organizzazione del servizio da rendere. La concorrenza nella procedura italiana non è equità, ma un modo di imbrogliare, sempre, le carte.

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