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giovedì 1 luglio 2021

Philip Marlowe vecchio e triste

Triste, solitario y final” è Philip Marlowe, quello “con la e finale”, il detective mito dei gialli di Chandler. Avanti con gli anni. E più in bassa fortuna che mai, a gara in derelizione, sporcizia compresa, col gatto con cui si tiene compagnia. Soriano, argentino biondo e grasso, doppiamente spaesato quindi a Hollywood, lo coinvolge nella ricerca della memora di Stan Laurel, “Stanlio”, per il motivo che “Stanlio” prima di morire si è affidato a lui per sapere perché non lavorava più nel cinema.
Un cult degli anni Settanta presto malinconico. I due fanno a pezzi mezza Hollywood, specie quella che gli è antipatica, di John Wayne e di Charlie Chaplin, ricalcando un po’ il western un po’ il catastrofico, con inseguimenti, pestaggi, pistole, mitra, rapimenti (di Chalie Chaplin agli Oscar). Una comica alla Stanlio (Marlowe) e Ollio (Soriano), ma non si ride. Si direbbe Marlowe vittima di Soriano, “il sudamericano biondo”. Oppure Soriano vendicatore, più che angelo salvatore, dei miti di Hollywood.
Un pasticcio scombinato.
Una curiosa appendice di “assonanze”, una decina di pagine di Chandler sul suo Marlowe, fa la differenza.   
Osvaldo Soriano, Triste, solitario y final. Einaudi, pp. 165 € 9,50

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