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venerdì 2 luglio 2021

I partiti del Capo, o la fine dalla politica

Draghi dopo Monti marcia a passo spedito. Un provvedimento dietro l’altro. Tutti contro l’uno o l’altro dei partiti che lo sostengono. Sostenuto dalla destra e dalla sinistra, per una voglia indilazion abile di governabilità. Dopo che gli stessi partiti hanno affossato l’ennesima riforma del Governo e del Parlamento in senso efficientista  - la governabilità. L’irrefrenabile Renzi bocciando, dopo D’Alema, Berlusconi e Craxi, labellandoli di fascisti.
C’è una sindrome suicida nei partiti. Tutti i partiti. Che si dice o si vuole dell’epoca, della disintermediazione, della disinformazione anche. Ma non è vero – altrove, anche in mondi più proiettati nella contemporaneità, la politica è sempre viva e attiva. La sindrome nasce da un’errata  visione della propria funzione. Che si radica nella mediocrità del personale politico. Per l’evoluzione rapida dei partiti italiani verso la formazione personale di questo o quel Capo, il quale  vuole collaboratori solo devoti, non intelligenti né attivi. Un assetto che finisce inevitabile nell’inconsistenza, e nel ricorso ai governi “tecnici”.
Da una parte il “partito di plastica” di Berlusconi, che degrada verso l’illusionismo di Grillo: roba da circo equestre, clownerie e equilibrismi. Dall’altra – Pd, molta Lega, molto Fdi – i manovali della politica, degli acchiappavoti al minuto (la pratica, il posto, l’indennizzo) e degli appalti pubblici (corruzione, molta spicciiola).
L’opinione pubblica non aiuta. Sommersa dal problema della propria sopravvivenza economica, sul mercato. Che cerca – probabilmente sbagliando – nella rincorsa della non-informazione – social, influencer, tweet, cioè battutine. E nella formula “Repubblica”, della superfetazione che liquida la politica, da sempre invisa a Scalfari, magnificandola – ognuno lo vede: sei, otto, dieci pagine di Conte e Grillo sono una esposizione feroce, di fatto, al ludibrio. Il circuito della buona politica, dell’opinione informata, colta, acuta, equilibrata, si è dissolto – gli analisti sono settanta e ottantenni, e tollerati come residui.

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