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sabato 2 luglio 2016

Secondi pensieri (268)

zeulig

Anti-Machiavelli – Federico II di Prussia fu ben machiavelliano, che volle dirsi contro. E machiavellico. Ma anche il suo “Anti Machiavelli” lo è. Al punto centrale dove, commentando il cap. XXV del “Principe”, sull’apporto necessario che la Fortuna deve dare al “nostro libero arbirtrio” (“che la Fortuna sia arbitra della metà delle actioni nostre, le altre lasciando a governare a noi”), concorda: Machiavelli “trasferisce il problema della predestinazione dalla metafisica alla pratica,”, ed è qui che “si deve sviluppare il proprio acume e la propria prudenza, invece di discutere se siamo liberi o no”. Solo, non voleva riconoscere il debito – era già nordista?

Dio – È con Abramo che diventa divino: onnisciente, onnipotente, e intrattabile. Un Dio di necessità.
È in Abramo la passività di cui si fa colpa all’islam.

Empatia – È la carità cristiana, a quanto se ne legge in san Paolo, che la diceva la più grande delle tre virtù teologali. Sotto la massima evangelica: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. La capacità cristologica di mettersi al posto dell’altro, di desiderare il suo bene, di condividerne le fatiche e i dolori, e al limite si prenderne il posto nella sofferenza, perlomeno spirituale. Ritorna nella fenomenologia, anche per la penna di santa Edith Stein, sotto forma di Einfühlung, o della compartecipazione, l’empatia come potenziale comunicativo.
Einfühlung è termine e concetto derivato, uno fra tanti presi in considerazione (era in voga per la filosofia dell’arte a fine Ottocento) , per il complesso di sentimenti, risentimenti e linguaggi che fanno la vita di relazione: memoria, ricordo, fantasia, radicamento, sensibilità, linguaggi. “Un’esperienza vissuta originaria”, la dice Stein, “la quale non è stata vissuta da me, eppure si annunzia in me”. In alternativa, nei numerosi testi che Edith Stein prese in esame, si proponeva associazione, fusione, inferenza per analogia, co-sentimento (Mitgefühl), risonanza, comprensione (Erfassung).
Husserl, che diede il concetto da sviluppare come compito per la dottoranda Stein, la individuava come una forma di unitarietà tra corpo e psiche: “Il corpo proprio e la psiche formano una peculiare unità per l’esperienza”. E incaricava Stein di approfondire il “vissuto” di Max Scheler.
Ripresa subito da Freud, l’empatia (anche “enteropatia”) è divenuta nozione corrente nella psicoanalisi, con una notevole bibliografia. Psicologico fu anche la trama che su di essa imbastì la futura santa. Il parlare o comunicare è l’Io, “l’Io puro”. Una forma di compartecipazione, anche se si esprime in contrasto col “Tu” e col “Lui”. Oppure sgranandosi col “flusso di coscienza”. L’Io che si esprime è l’anima – “l’Io puro” è inafferrabile, e forse inconsistente, la “coscienza pura.

Fede – Manca, non si è fatta, non si fa, una storia della fede religiosa. Delle fedi. Una storia, non le sociologie tedesche, Sombart, Max Weber, che tanti danni ha prodotto.  La storia calerebbe la fede nel divenire, fuori dalle assolutizzazioni, sempre per ogni aspetto perniciose.

Figli – Sono merce per la prima volta nella Storia – come un influsso retrogrado della psicologia del pet. Si litiga sul’utero in affitto, ma a opera del settore adozioni. Tra due settori cioè di interessi economici – piuttosto rilevanti, ma alla portata di tutti: come aprire o rilevare un negozio. Senza scandalo, peraltro. Né è scandalo l’utero in affitto, che è un’etica puramente economica, da mercato, consentendo di scegliere il colore della pelle e del pelame, e il sesso, ogni scelta con una tariffa. Una mutazione antropologica.

Intelligenza – La “scommessa” di Turing (“Computing Machinery and Intelligence”), la dice artificiale: programmabile e non innata  - l’intelligenza o coscienza. Il fisico contesta com’è noto ogni obiezione all’intelligenza artificiale: le macchine non soffrono, non hanno gusto e nemmeno capricci, e fanno quello per cui sono state programmate. Proponendo invece questo criterio di verità: la macchina è capace di far credere a un uomo che la pensa come lui? Turing risponde di sì. Ma riducendo la coscienza a un fenomeno “interno”: so che ne ho una, ed è anche grazie a essa che  il punto di arrivo della rflessione, ne è il presuppostoparticolari mimici e verbali, di cui per analogia con i miei deduco che pensate e sentite come me”. Questo non esclude che in un avvenire prossimo o lontano una macchina possa essere programmata in modo che emetta in riposta a tutti gli stimoli dei segnali egualmente convincenti.
È quello che fa lo schizoide – in casi anche noti, come quello dello scrittore Philip K. Dick: lo schizoide combina instancabilmente le 26 lettere – o, se è un computer, le due cifre 0 e 1. Come se le combinazioni obbedissero alle leggi della chimica organica nel caso dello schizoide, combinazioni di neuroni, in forma di algoritmi, nel caso dell’intelligenza artificiale. Ma quanta intelligenza ci vuole per queste classificazioni-ordinazioni?

Libero arbitrio – Nietzsche lo strapazza nel “Crepuscolo degli dei” malamente. Insolentisce il  “libro del famoso Cornaro (“Discorsi della vita sobria”, n.d.r..) in cui egli suggerisce la sua parca dieta come ricetta per una vita lunga e felice - e anche “virtuosa”. Dicendosi sicuro che “pochi libri (escluso, com’è ovvio, la Bibbia) abbiano abbreviato tante vite come questa curiosa opera, piena di così buone intenzioni”. Cornaro visse 91 anni, tra Quattro e Cinquecento, che non era facile.
Peggiore la giustificazione della condanna: “Non dipendeva dalla sua libertà mangiare poco o molto, la sua frugalità non era un «libero vivere», egli si ammalava se mangiava di più”. La libertà a costo della vita? In Nietzsche c’è molto il piacere della battuta.
Più in generale, col libero arbitrio, “il più malfamato trucco dei teologi”, “si è spogliato il divenire della sua innocenza”. O non lo si è liberato? Poi c’è “la metafisica del boia”, il cristianesimo: “La dottrina del libero volere è intesa essenzialmente allo scopo della pena, cioè del voler trovare una colpevolezza”. È la perdita opera dei teologi, naturalmente – e di Kant. Se non fosse opera di Nietzsche, sarebbe opera di un pazzo?

Psicoanalisi – Dissecca o è creativa? Allarga o restringe la fantasia e l’impulso creativo? Vista in rapporto all’arte. Lou Salomé, psicoanalista, la sconsigliò a Rilke, per il rischio di inaridimento. E come terapia, cura e guarisce o stabilizza la malattia? Senz’altro curerà, poiché è rimedio generalizzato, ma a che costo? Delle terapie non si fa un rapporto costi\benefici, e questo è il loro grande limite. In rapporto alla creatività, per esempio, quanto ha dato o ha tolto la psicoanalisi a Fellini o Moretti? A Berto? In Berto, come nei tanti autori Usa (da Woody Allen a Philip Roth), è diventata liberatoria in quanto materia di narrazione.  

Verità – Preesiste, non si raggiunge? Non è il risultato della ricerca della verità, ne deve essere il presupposto: senza un concetto (un’esperienza?) della verità, nessuna riflessione, di nessun tipo, in realtà si può sviluppare.

Virtù – Quella di Machiavelli non è la forza ma il fondamento di una “sana” libertà. La virtù è “generosità”, “impeto”, passione e calcolo, anche. A difesa dalla Fortuna o ananke.

zeulig@antiit.eu

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