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domenica 3 luglio 2016

Dalla crisi ci salva la destra

Un pamphlet più che un giallo, apocalittico, contro la corruzione che ha messo la Grecia in ginocchio. Opponendo alla Grecia degli affaristi, di sinistra, i puri e duri reazionari nazionalisti della Guerra Civile: i vendicatori si chiamano “I greci degli anni ‘50” (la guerra civile in realtà era finita, negli anni ’50 le sinistre, perdenti, erano punite col confino, in posti disagiati, alla fame, e senza altro riparo che tende e pagliai). E non saranno nemmeno greci, Markaris non li ritiene capaci di un sussulto d’orgoglio.
Lo scrittore, mezzo greco mezzo tedesco, è impietoso con la sua parte balcanica. Non lesina i rilievi a Angela Merrkel, che ha voluto punito il “popolo” greco invece che i responsabili della catastrofe, con i quali anzi ha trattato la jugulazione del popolo. E non si priva di qualche rasatura di contorno: “Il problema con i tedeschi è che non si limitano ad avere un’economia più sana – cosa che hanno – ma pensano anche di avere una testa più sana degli altri – cosa che non hanno”. Ma non può non essere inflessibile con la corruzione legale, burocratizzata – come in Italia del resto. È per questo didascalico. Ma, non detto, un paradosso della politica fa emergere che si dimentica: quando la sinistra delude, la destra si impone, è successo ovunque nel Novecento. La Grecia ora vota a sinistra: fino a quando?
Markaris, e anche questo è un segnale già noto, da sinistra sembra rassegnato a uno sbocco di destra, che anzi sembra auspicare. Per il solito fascino della fede dura e pura - contro cui potere, almeno, dirsi resistente, la sinistra non ha altra vocazione che al sacrificio?
Petros Markaris, Titoli di coda, Bompiani, pp. 311 € 13

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