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sabato 20 gennaio 2018

L’amore salvato dall’ironia

Nell’immaginario non c’è più da qualche tempo l’amore, la poesia – “La seduzione è morta. Non oggi, è morta un sacco di tempo fa. L’hanno uccisa il femminismo, la pillola, la minigonna, e poi il porno, la fluidità sessuale, l’amore libero…” (Elena Stancanelli, “la Repubblica” 14 gennaio).. Szymborska questo già lo sapeva: “La chiave c’era, e non c’è più”. Ma è lo stesso amabile: ilare, arguta, gnomica ma lieve. Con molti componimenti e versi memorabili, anche se non nel genere epico, o lirico. L’abbandono, visto nel gatto. L’amore che avrebbe potuto, e non fu – “il libro degli amanti\ è sempre aperto a metà”. La morte, nella natura che si riveste. E un sapienziario sorridente: “Anche se siamo diversi\ come due gocce d’acqua”, “I cuori splendono nell’oscurità”, “Non omnis moriar per amore”.
Una trentina di componimenti, con originale a fronte. Resi dal compiato Pietro Marchesani,  traduttore emerito della poetessa polacca premio Nobel 1996, con andamento cantabile. Alcuni, sorprendetemente, stile signor Bonaventura, che ben contribuisce alla giocosità, cifra sotterranea di questa poesia. Il “movimento armonico” e la “sostanza sonora” del verso cercando di ricostituire, secondo raccomandava Valéry, uno che non si fidava delle traduzioni, se si trattava di versi
È una riedizione della silloge con diverso titolo, “Taccuino d’amore”, pubblicata quindici anni fa da Scheiwiller.
Wysława Szymborska, Amore a prima vista, Adelphi, pp. 104 € 10

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