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domenica 16 novembre 2025

Letture - 596

letterautore


Agnelli
– “Non hanno lasciato poi molto, come famiglia, all’Italia”, osserva Andrea Carandini, il padrone di casa di Gianni Agnelli in piazza del Quirinale, parlando con Michele Masneri sul “Foglio”: “Almeno Palazzo Grassi potevano lasciarlo a Venezia. Non c’è molta etica protestante in quella famiglia”.
 
Commedia all’italiana
– Finisce spesso con la morte. “Sono film che avrebbero potuto anche essere drammatici” – il critico cinematografico Andra Minuz, autore con Andrea Nobile della ricostruzione-evocazione de “I soliti ignoti”, che si decide abbia avviato il genere, 1958: “Infatti, nonostante le risate, si muore sempre: si muore ne ‘Il Vedovo’, nel ‘Sorpasso’, ne ‘La grande guerra’, e si muore anche ne ‘I soliti ignoti’”.
 
Alberto Arbasino, arbitrando nel 1977, nella sua trasmissione “Match!” sulla Rai 2, lo scontro cui erano chiamati Monicelli e Moretti, osservava, anche per ravvivar e il poco dialogo che c’era fra i due duellanti, che la commedia si sostituisce, nella rappresentazione del carattere degli italiani,  alla sociologia e al romanzo.
 
Dolore – È di varia specie. Si direbbe inesauribile, nella elencazione  che Guido Biasco ne fa presentando, nel 2014, la conferenza di U. Eco, “Riflessioni sul dolore”, all’Asmepa di  Bentivoglio, Bologna: “Il dolore del fisico e il dolore dell’anima, il dolore percepito e il dolore provocato, la sofferenza come viatico per la redenzione, il dolore desiderato, il dolore dell’amore perduto, il compiacimento per il dolore altrui e il dolore per i propri difetti, la raffigurazione del dolore e la descrizione del male, il dolore come generatore di energie dello spirito, il dolore come strada per la conoscenza e il dolore come mezzo di sopportazione, la cultura e il controllo dei sintomi” . che devono essere affliggenti per gli ipocondriaci.
 
Hegel – Un “ciarlatano” per Wagner, quando scoprì Schopenhauer: “Che cosa sono, dinnanzi a Schopenhauer, quei ciarlatani tipo Hegel?” scriveva a Liszt il 16 dicembre 1854.
 
Jean Paul – Dario Borso, che lo ha tradotto (“Il viaggio a Flätz”) ricorda sul “Robinson” che Carlo Dossi “lo mise accanto a Shakespeare e subito dopo Omero. Kierkegaard amò tantissimo Jean Paul e in particolare ‘Viaggio a Flätz’. Gadda provò a tradurlo ma poi desistette. Italo Svevo nella ‘Coscienza di Zeno’ replicò ai limiti del plagio il finale di ‘Viaggio a Flätz’. Lo stesso Bobi Blazen ne fu influenzato”.
 
Olio – È sinonimo di purezza per sant’Agostino nei “Sermones”, dove paragona gli accidenti e le passioni distruttive – “fame, guerra, carestia, morte, rapina e cupidigia” – alla macina delle ulive: “Chi sopporterà con rassegnazione e perfino con gioia il volere di Dio sortirà da questa terribile spremitura simile a olio lucente, mentre chi si ribellerà non sarà che nera morchia”.
 
Pasolini – “Calvino è un perfetto scrittore minore. Pasolini è un grande scrittore fallito”, è noto calembour di Berardinelli, sul “Robinson” del 27 maGgio 2023. Meno noto è il seguito, sul Pasolini poeta: “Trovo sia più poeta nelle Lettere luterane che nelle Ceneri di Gramsci”. Giusto “la definizione che ne diede Giovanni Raboni: Pasolini è sempre poeta fuorché quando scrive poesie”.
 
“Poeta civile da situare accanto a Leopardi e Foscolo”, si appunta a mano a penna Moravia in un foglietto pubblicato nel 2000 dal Fondo Moravia, in “Quaderni 2.0’0”. Un appunto, non datato (e non ricalcolato dagli editori), probabilmente in morte di Pasolini, per l’orazione funebre che poi Moravia terrà al funerale: “Poeta civile che come i due succitati (Pascoli e Foscolo, nd.r.) esprime in maniera elegiaca il suo dolore per la decadenza e la degradazione della sua patria. Poesia civile dopo il Risorgimento sempre a destra e con influenza classica. Con Pasolini abbiamo una poesia civile di sinistra mutuata dal decadentismo. Esperienza decadente principalmente di Rimbaud. (usignolo della chiesa cattolica) influenza di Machado.

“Ideologia di sinistra populista – cristiana – marxista di Pasolini. Le borgate sono luoghi in cui abitano i sottoproletari che sono come i protocristiani – delusione di Pasolini – crollo delle sue speranze di fronte al consumismo delle borgate – crollo dell’idea di una rivoluzione dal basso, comunista.
“Omosessualità di Pasolini all’origine della sua «fissazione» culturale sulle borgate e sui borgatari”.
 
Notevole l’evocazione di Foscolo (che Gadda aborriva, ha scritto un libello contro), trascurato del tutto nel secondo Novecento, per la parte retorica del personaggio, nonché dell’opera. E del decadentismo (il Pasolini-Rimbaud non sarà eco in Moravia della prima infatuazione di Elsa Morante, il “poeta maledetto” Rimbaud non sembra proprio nelle corde di Moravia, sempre saggio).
 
Strade romane – “Facevano sette volte il giro del mondo”. Così la rivista “Storica” del “National Geographic” sintetizza “una mappa dettagliata e una serie di dati digitali pubblicati da un team guidato da ricercatori dell’Università Autonoma di Barcellona e dall’archeologo Tom Brughmans dell’Università di Aarhus (Danimarca)”, con una “cartografia esaustiva che rivede e collega le prove archeologiche” - secondo gli autori, «include qualsiasi percorso terrestre con una posizione verificata, ipotizzata o ipotetica»”.
E così si può dire vero che “tutte le strade portano a Roma”. Lo studio calcola che “l’Impero romano costruì circa 300.000 chilometri di strade, l’equivalente di sette giri completi del pianeta Terra, una cifra che raddoppia le precedenti stime sulla lunghezza della rete stradale romana”.
 
Wagner – “I testi wagneriani, di per sé soli, non sono sempre eccelsi poeticamente e neppure linguisticamente,” nota l’eccelso wagneriano Quirino Principe nel lungo saggio “Die Walkūre e il color nero” che correda il programma di sala dell’allestimento a Santa Cecilia di “La Valchiria”: “Ciò avviene per lo più dove la musica non c’è (recitativi e dialoghi parlati) o non è intesa come funzione primaria. Nel pensiero musicale di Wagner, e nel teatro d’opera che egli cominciò a realizzare quando aveva poco meno di trent’anni, la parola, con o senza musica, agisce come attraverso vasi comunicanti, ed ha una funzione secondaria, “orizzontale”. La musica, e non soltanto attraverso i “Leitmotive”, in Wagner ha sempre una funzione “verticale”, anche quando qualcuno (noi, per esempio) la troverebbe sciatta e noiosa, come accade talvolta in ‘Die Feen’, nel ‘Liebesverbot’, in ‘Rienzi’” - negli altri compositori ha una funzione “sghemba”?

letterautore@antiit.eu

Come sdoganare il porno, con successo

Un lungo film per metà porno (con opportuni accorgimenti), con lap-dance allettante, in ogni posizione, specie con un ragazzetto russo figlio di ricchi boiardi. Per l’altra metà ricerca del ragazzo, che non regge l’alcol e il fumo, ha sposato a Las Vegas la lap-dancer che l’aveva in carico, più inventiva a dire la verità delle colleghe e insinuante, e ora vaga tra Brooklyn e Coney Island. Dove si passa dal sesso in continuo a una squadretta di amerikatsi, armeni americani, imbranati e pasticcioni. Su incarico ferreo dei genitori del ragazzo, di lei specialmente, la moglie-madre divorante.
Una sorta di vampirizzazione di “Borat” – con gli armeni al posto degli azeri (i loro arcinemici). E di “Pretty Woman”. Due successi assicurati in uno, rimodernati per i più giovani. Come che sia, Sean Baker, che il film ha scritto, diretto, montato e prodotto, c’è riuscito. Anche, cioè, se non si vede come.
Un film che ha incassato l’incassabile, benché girato alla svelta, 60 milioni di dollari. Ed è forse il film più premiato, tra Canes (palma d’oro) e gli Oscar quattro statuette per Baker, film, regia, sceneggiatura, montaggio, più quello alla migliore attrice, Mikey Madison. Che, effettivamente, lo fa bene, in tutte le posizioni.
Sean Baker, Anora, Sky Cinema, Now