sabato 11 ottobre 2025
Cronache dell’altro mondo – di pace e bene (362)
L’approvazione del primo passo del piano di pace di Trump da parte di Israele è ventuta per un imprevisto empito di commozione. Lo raccontano Isaac Stanley-Becker e Vivian Salama sul sito dell’antitrumpiano “The Atlantic”:
Toni Morrison, che impose gli scrittori afro
Toni Morrison scriveva denso e impegnativo, ma agli autori
che curava come redattrice di Random House consigliava linguaggi semplici,
leggibili da un vasto pubblico: privilegiava gli aspetti commerciali,
specialmente nei debutti. Senza nulla togliere ai debuttanti “autori”, che
invece proteggeva in casa editrice con le direzioni commerciali – una lunga
lista di autori afroamericani affermati curati inizialmente e imposti da lei viene
fatta. Ma sì ai personaggi di cui curava, con insistenza, volte con insofferenza,
le autobiografie: Angela Davis, Muhammad Alì, Huey P. Newton. Invece proteggeva
i suoi scrittori, se neri e giovani, dalle strategie pubblicitarie e commerciali
della casa editrice.
Un lungo saggio, in forma di recensione di “Toni at
Random: The Iconic Writer’s Legendary Editorship”, la storia editoriale di T.
Morrison, di Dana A. Williams. Morrison lavorò alla Random House nei suoi
quarant’anni, per una dozzina d’anni, dal 1972 al 1983 (dieci anni prima del Nobel).
Unica redattrice afroamericana.
“Oggi conosciamo Morrison per la sua scrittura iconoclasta, che le valse
il Premio Nobel per la Letteratura nel 1993 e consolidò saldamente il suo posto
nel canone letterario americano. Tuttavia, Toni at Random sottolinea
il fatto che la scrittura di Morrison fu molto più di un risultato individuale.
Nel pieno del Black Arts Movement, Morrison fu una dei tanti scrittori che
ampliarono le possibilità di ciò che la letteratura nera poteva essere e fare.
Il suo più grande riconoscimento negli anni Settanta e Ottanta fu la sua
capacità di aprire le porte dell'accesso istituzionale alla comunità di
scrittori a cui apparteneva. La capacità di Morrison di pubblicare scritti neri
innovativi dipendeva dalla sua capacità di proporre i libri al caporedattore
della Random House, James Silberman, e poi di commercializzarli sia al pubblico
nero che a quello bianco”.
Un caso viene raccontato esemplare del modo di fare di
Morrison in casa editrice, e del suo successo.
“Forse la più riluttante a impegnarsi in pubblicità
per vendere i suoi libri fu Gayl Jones, che aveva solo 25 anni quando il suo
primo romanzo, Corregidora (1975), fu pubblicato con grande
successo di critica….. Nonostante (o forse proprio a causa) dell’estrema
timidezza di Jones, Morrison si impegnò ancora più duramente del solito per
ottenere blurbs da affermati scrittori neri – tra cui James Baldwin e
Alice Walker – e si unì a Jones per interviste a sostegno di lei”. Il rapporto
si dovette interrompere per le intromissioni dell’agente di Jones, “poi
diventato suo marito, Robert Higgins, che Morrison considerava instabile e
autoritario. Senza gli sforzi pubblicitari di Morrison, l’attenzione della
critica si spense e Jones cessò di pubblicare per due decenni dopo il suicidio
del marito nel 1998. La pubblicazione del romanzo Palmares (2021),
iniziato sotto la direzione di Morrison alla fine degli anni ‘70, inaugurò una
recente rinascita nella sua carriera e un ritorno ai riconoscimenti ottenuti
con il suo primo romanzo”.
Marina Magloire, “To Free Someone Else”:
Toni Morrison the Book Editor, “The Nation” 7 ottobre (leggibile anche in
italiano)
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venerdì 10 ottobre 2025
Problemi di base accuditivi - 884
spock
Prendersi cura
per migliorare la vita?
O per
sostituirsi, nervosamente?
Prendersi cura
per alleviare o per aggravare?
Con affetto o
con dispetto?
Per stare in pace con se stessi?
Anche a costo di negarsi?
spock@antiit.eu