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L’Occidente non esiste senza Trump - 2
L’“Economist” decreta con Trump “la
fine dell’America”, nientedimeno – saranno gli americani a pagare i suoi dazi
eccetera. E, quasi, un altro passo verso la “fine dell’America”. Di fatto, in
economia Trump ha solo successi: nel secondo trimestre più 3 per cento (la Ue
solo 0,1). Per l’enorme crescita degli investimenti – generata dai dazi. Senza
inflazione. E non ha incassato il dividendo Federal Reserve, la riduzione dei tassi
che era già scontata per giugno, e forse ancora prima, per aprile. Ha anche ottenuto
un dollaro indebolito, per facilitare le esportazioni. Senza minare la fiducia nei Treasury, nel debito americano (dopo uno sbandamento iniziale, ma di carattere speculativo). E dazi su misura con
Giappone, Europa, e prossimamente la Cina.
Non ha ottenuto i risultati promessi
in politica estera, la fine delle guerre. Non poteva, ma è ancora in corsa. E
bizzarramente è la sole voce “occidentale” che ancora pesa negli affari
internazionali, in Medio Oriente come in Europa orientale, l’Europa confermandosi
imbelle, se non in fatto di buona volontà – che è tanta, ma senza idee, progetti,
proposte, forza contrattuale, e un po’ è ridicola.
Il vertice oggi con Putin nell’ez
Alaska russa non risolverà naturalmente il conflitto in Ucraina, ma il fine
principale della riunione forse sì: portare la forza militare della Russia dal
lato occidentale, comunque non schierata, non in supporto della Cina. Che è la
vera potenza mondiale, con la quale gli Stati Uniti, già prima e anche dopo
Trump, sanno di doversi confrontare.
P.s. - È curioso il tono dei Grandi
Corrispondenti italiani che trattano Trump come una volta gli agrari i commercianti,
specie se ricchi (il genere “Gattopardo”), il “tycoon”, arricciando il naso.
Anche se ha vinto, da solo, due elezioni. E poi, non vale anche per lui come
diceva Fo, “un conte è un conte, anche se nudo è il conte”? Trump è il
presidente degli Stati Uniti.
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