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martedì 20 maggio 2025

Droga e transizione non fanno una bella storia

Un polpettone – riscattato da qualche canzone nella parte iniziale, quelle di Zoe Saldana, che impersona l’avvocata tuttofare impecuniosa cui tocca sbrogliare gli impicci di cui s’intesse la trama (premiata giustamente con l’Oscar – ma non da protagonista, giustamente non hanno voluto sopravvalutare il film).
Un capomafia della droga barbuto e spietato, il messicano-tipo, padre tenerissimo di due figli, è infelice dalla nascita, perché non è femmina. Assolda l’avvocata ammirata in tv, che gli trova il chirurgo adatto, lo fa morire ammazzato dalla concorrenza, gli sistema moglie svampita e figli a Ginevra, e con lui diventato lei avvia un sostegno contro le violenze sulle donne. Finché la moglie scema, che lo tradiva già quando era onnipotente, non si rimette con l’antico amante, altro signore della droga, anzi più violento.
Karla Sofia Gascòn, l’attrice spagnola transgender di fatto, lui\lei, è espressiva – e anche simpatica, nel film e nella presentazione del film, in un italiano godibilissimo. Ma non basta.  
Un altro regalo di Cannes, festival irriconoscibile, ai produttori, a danno degli spettatori – dopo Julie Ducourneau, certo inarrivabile. Flop in Messico e negli Stati Uniti, dove Cannes non conta, il film ha incassato in Italia e in Spagna, e (meno) in Francia.
Sky l’ha anche accorciato, di una dozzina di minuti, ma non è servito – alcune scene, rimontate, forse darebbero un senso e un ritmo. 
 Jacques Audiard, Emilia Pérez, Sky Cinema

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