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venerdì 23 maggio 2025

Ombre - 775

Grandi spazi ogni giorno alla revisione del processo Poggi, ma nessun cronista giudiziario, che pure sa di che si tratta, ricorda che l’imbroglio è opera della Cassazione. Che non ha poteri d’indagine - solo formali, sul processo - ma se li è presi. Finendo per dire Stasi “colpevole oltre ogni ragionevole dubbio” di sua iniziativa, contro le sentenze delle corti d’assise d’appello – e contro il parere della sua stessa Procura.

Colpevoli del papocchio? Sì, qualche maresciallo. I giudici non si toccano, non si sa mai – sono vendicativi?

 
La vicenda – della condanna di Stasi oltre ogni ragionevole ragionevolezza (senza la Cassazione si sarebbero fatte indagini serie, a suo tempo) - la dettaglia solo Adriano Sofri sul “Foglio”. La dettaglia sabato ma le iper-redazioni giudiziarie di tg e giornali fanno finta di nulla. Solo, qualcuno si ricorda che Vittorio Feltri ha sempre detto la condanna una baggianata, e glielo fa ripetere – tragico per una volta e non esilarante.
Destra e sinistra unite nella lotta? Ma sempre perdenti?  
 
Volendo vedere una fiction Mediaset fino in fondo, “Maria Corleone”, di mafiose belle e feroci, si sono contate per 97 minuti di film sette interruzioni pubblicitarie, per 26-27 minuti. Ci vuole un pubblico di grande attenzione – o semplicemente addormentato?
 
“L’Ue rivede le norme sui «paesi terzi sicuri». Stretta alle richieste di asilo. Più facile trasferire i migranti in Stati extraeuropei”. Poche righe, taglio basso, per la questione che un anno fa, sei mesi fa, faceva paginate fluviali. Se non c’è un giudice di mezzo, che dà torto al governo, non interessa ai lettori. Degli immigrati, della questione immigrazione di massa, del mercato dell’immigrazione, non frega nulla a nessuno.
 
Ci si chiede perché Macron privilegi la Polonia, nei suoi colloqui a tre o a quattro per il riarmo, e trascuri l’Italia. Una delle ragioni è che la Polonia è il Paese europeo che più spende per gli armamenti, rispetto al pil, in Europa. Il 4,12 per cento (secondo l’annuario Nato) nel 2024. E quest’anno va verso il 6 per cento. Ma soprattutto spende per gli armamenti, più che per il personale o il commissariato: il 51 per cento del totale ( l’Italia è al 22 per cento, Germania e Francia al 28).
 
L’emozione domenica per il calcio minuto per minuto, tutto il campionato in contemporanea, la sera, invece di due ore di noia insofferente, che i commentatori sono obbligati a riempire di scemenze, con un linguaggio assurdamente “tecnico”. In ogni momento di ogni giornata – il calcio è per pensionati.


Nel contesto spicca l’assurdità del o della Var. A cui evidentemente l’arbitro ha ceduto ogni potere di visione – e di decisione decisiva. L’arbitro Chiffi, che pure dicono bravo, non vede il gomito di Bisseck che si muove verso il pallone, come si vedeva a occhio nudo e a velocità. E non vede l’abissale, doppio, fuorigioco interista nel goal dell’ultimo minuto poi annullato.
 
Resta sempre inedito il romanzo degli oneri di sistema, impropria “imposta di scopo” (di fatto non sappiamo a chi vanno i soldi) con cui il governo grava da un paio danni i consumi di energia. Mentre si fanno grandi titoli per la “riduzione delle accise sulla benzina”. Di un centesimo al litro – peraltro passato sul gasolio. Del governo che “non mette le mani in tasca agli italiani”. In aggiunta a un’incredibile serie di “patrimonialine”. Poi si dice che non è vero che destra e sinistra non sono unite nella lotta – e perché gli italiani non vanno a votare? boh!
 
Una pagina e molte stelle per il film “La petite dernière” di Hafsia Herzi sul “Manifesto”, Poche righe e una striminzita stella di Mereghetti – critico di molto giudizio – sul “Corriere della sera”. Basta il lesbismo (e di una ragazza mussulmana) per fare un buon film? Rivoluzionario? Nelle “Mille e una notte” e nella letteratura esotica (Potocki, Pierre Loti, etc.), la donna “libera” s’incontrava nei paesi mussulmani, Il Cairo, la Persia, Algeri, Tunisi, Casablanca.
 
Guardando gli inguardabili film premiati a Cannes ultimamente, “Titane”, “Emilia Perez”, uno si meraviglia, salvo poi scoprire che sono stati premiati sull’onda di una “standing ovation”, debitamente registrata da wikipedia tra i “riconoscimenti”. È il termine critico oggi a Cannes: standing ovation di nove minuti (“Titane”), di sei minuti (“Emilia Perez”). E si capisce: ci sono le claques anche alla Croisette, più facili anche da montare che al teatro, e le giurie seguono le claques – gli organizzatori si raccomandano alle giurie di “seguire il pubblico”. Dalla mediocrità del cinema oggi non ci-si salvano nemmeno le giurie.


“Trump, insulti al Boss dopo le critiche: «È una prugna secca». Springsteen aveva detto: «Inadatto, governo canaglia»”. Chi ha criticato e chi ha insultato? 


Forse la colpa è di Trump, che ruba la scena con i suoi annunci ogni giorno, ma gli Stati Uniti sono stati governati a lungo (mesi? anni?) da un presidente in confusione mentale. Come non detto – giusto qualche recriminazione, per imputare a Biden la sconfitta del partito Democratico a novembre. Chi governava in sua vece? Come? E cosa diceva al G 7?


A nessuno degli ex collaboratori di Biden si chiede niente. A differenza di quelli di Trump, che ora si possono godere nei media l’anti-trumpismo dopo aver esercitato il potere con lui - come i pentiti di mafia. E gli psichiatri? Anni fa se ne trovarono dozzine per denunciare la pazzia di Trump, clinica, organica. Ora nemmeno uno? 


“Ho fatto coming out quando ancora non si usava nemmeno l’espressione”, Ivan Cattaneo: “Prima di Pasolini, di Testori e di Tiziano Ferro…Debuttai al festival di «Re Nudo» (il “festival del proletariato giovanile”, organizzato dalla rivista “Re Nudo” tra il 1971 e il 1878; quello qui ricordato è del 1975, al Parco Lambro, “il meglio riuscito” della serie, 100 mila partecipanti, n.d.r.)…. Mi presentai dicendo che ero omosessuale. Venne giù il modo, un putiferio, gente che fischiava…. La lapidazione. Mi spiegarono poi che per i comunisti di Lotta continua o Servire il popolo l’omosessualità non era che un vizio piccoloborghese”.
 
Il festival di Cannes impone un dress code. Alle donne, alle attrici. Ma non un lamento. La pubblicità val bene un patriarcato – non sappiamo bene di che cosa parliamo quando parliamo.
 
Contro la separazione delle carriere il presidente del sindacato dei giudici (Anm) Parodi afferma che “in tutti i paesi in cui c’è la separazione delle carriere c’è il controllo dei pubblici ministeri da parte del governo”. Cioè in Gran Bretagna? Svezia? Spagna e Portogallo? Il Portogallo in particolare Parodi ha nel mirino. Dove però il primo ministro Costa (ora presidente Ue) fu aggredito due anni fa con un’incolpazione resa subito pubblica che poi si manifestò artefatta, con omonimie e falsi testimoni.
 
Sembra incredibile che nella “battaglia” per i referendum ci sia anche Renzi. A cui si deve, contro venti e maree, l’abolizione dell’art. 18 – l’illicenziabilità - di cui ora un referendum chiede l’abrogazione. Ma come si fa?


Dei due volontari italiani morti in guerra in Ucraina si lascia intendere che fossero combattenti per un ideale, rinviando indirettamente alla epopea internazionalista della guerra di Spagna. Mentre sono assoldati - mercenari - con soldo elevato, da 3 a 4 mila euro mensili. Perché non dirlo?


Trump dice che il downgrading del debito americano da parte di Moody’s è dovuto a un analista noto militante Democratico. Può darsi che non sia vero – nelle agenzie di rating non decide un analista, per quanto importante. Più probabile è che l’annuncio di Moody’s sia servito a una speculazione – la sbandata del debito in conseguenza del rating è stata di breve durata. Padroni (soci, azionisti) delle agenzie di rating sono i maggiori fondi d’investimento, anche hedge, cioè speculativi. E questo è considerato normale.


Ma è vero che il giudizio delle agenzie di rating risponde agli interessi dei fondi – il downgrading fa lievitare gli interessi. Basta vedere l’equiparazione del debito italiano a quello del Paraguay. Peggio di quello di Bulgaria, Cipro, Perù, Filippine, Indonesia, Kazakistan. Molto peggio di Perù e Uruguay. Pagatori molto più attendibili dell’Italia sono valutati Malesia e Botswana – si investe nel debito del Botswana?


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