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Il riarmo è francese
I più attivi nel riarmo europeo, Francia e Gran Bretagna, sono anche i paesi
con la maggiore industria degli armamenti.
Il maggiore fatturato militare (dei soli sistemi d’arma, senza gli esplosivi e il commissariato)
è britannico. Dei gruppi Bae Systems, Rolls Royce, Bancock, per un fatturato totale
(2023) di 40 miliardi di dollari. Segue la Francia (Thales, Naval, Safran,
Dassault, Cea) con 25,5 miliardi.
L’Italia verrebbe terza, con Leonardo e Fincantieri, 14,2 miliardi. Ma
la Germania ha grandi progetti, dalla Zeitenwende socialdemocratica di Scholz
due anni fa ai piani di riarmo del governo Merz e, a Bruxelles, di Ursula von
der Leyen – gli investimenti complessivi annunciati sono di 1.200 miliardi, 600
a Berlino, 600 a Bruxelles. Allo stato (2023) ha fatturato con i tre maggiori
gruppi (Rheinmetall, ThyssenKrupp e Hensoldt) 9,3 miliardi.
Ma la Francia è di gran lunga, e su tutti i sistemi d’arma, aerei,
navali, terrestri, missilistici, il paese pilota in Europa, quello più impegnato
nella progettazione e la produzione. Hanno infatti matrice francese, con siti produttivi e controllo
azionario a prevalenza francesi – con partecipazioni anche qualificate ma non determinanti
britanniche, tedesche, italiana e spagnola - i gruppi “trans-europei”, Airbus,
MMDA e KNUDS , con un fatturato nel 2023 di 21 miliardi.
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