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Tra immigrati e supermercati, mentre gli slavi si sterminano
Note sparse, prese
occasionalmente tra il 1993 e il 1999. Di “cose viste”, alla Victor Hugo, e
anche sentite.
Il mondo della
metro prevalentemente. E dei supermercati e centri commerciali, Auchan, Leclerc,
dove “la vita si svolge sempre più”. Scene di vita ordinaria che si direbbe
sorda, sordida. Che Ernaux trova non più stupida di quando si svolgeva “tra i
campi e il funerale o il bistrot”.
Note più variate
sulla metro, da pendolare con Parigi sulla Rer, la rete extraurbana. Ma qui prevalentemente
dei mendicanti, e dei “senza fissa dimora” - Ernaux usa sempre il linguaggio
rispettosamente burocratico (con una sola eccezione, riusa “zigani”). Incuriosita
dai tanti che provano a vendere giornali che nessuno compra – erano gli anni dei
“giornali di strada”: “giornali della carità, che nessuno considera «veri»
giornali, né la loro vendita come un «vero» lavoro”.
Sullo sfondo cupo
degli eccidi in Bosnia, che non irritano più di tanto. E poi delle bombe sulla
Serbia.
All’ultima pagina,
dei Russi che “sterminano tranquillamente i Ceceni”, un soprassalto. Veridico a
ogni riflessione – tanto più che Ernaux ha buona conoscenza della Russia, tra
visite, frequentazioni e amanti. “Si è presa l’abitudine
di considerare la Russia come una fiction sanguinosa con steppe
ghiacciate, vodka, mostri e mummie o buffoni per personaggi principali. Che
Yeltsin sia le tre cose insieme (oggi si direbbe Putin, nd.r. – senza la vodka)
non è che il topos portato alla perfezione e il capitolo dei Ceceni è nella
vena dei precedenti”.
Con un paio di
sviste, imperdonabili per una italianofila - e per una casa editrice che avrà dei
redattori. A p. 19, il 29 maggio 1993, dopo l’attentato ai Georgofili, la
Maestà di Giotto agli Uffizi diventa una tela, del XVmo secolo. Anche il noto
ristorante “Da Mimmo” (poi chiuso), boulevard Magenta, è maltrattato: è “Da
Mimo” alla p. 74.
Annie Ernaux, La
vie extérieure, Gallimard, pp. 131 € 15
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