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L’Italia cresce, ma – con Landini - senza più l’industria
E anche: “Ridotto
il gap con Berlino”. Malgrado la ridotta produttività. Tutto vero. Ma nell’analisi
di Trovati manca l’essenziale: l’Italia cresce nei servizi. Nei servizi del
turismo e alla persona, a basso valore aggiunto e\o produttività. Mentre riduce
la produzione industriale, quasi dimezzando la meccanica, l’automotive.
Da cinque anni la
produzione industriale è in calo costante, a causa del covid e per il contemporaneo
semi-smantellamento della Fiat. Senza contare i giudici senza giudizio del caso
dell’acciaio, come per Taranto: la transizione verde come vendetta o mannaia, senza
criterio, basta non lavorare (avendo già allontanato due o tre proprietà) –
tanto gli operai hanno la cassa integrazione, e possono fare un secondo lavoro.
Nel 2024 sono
state prodotte in Italia circa 310mila autovetture (- 42,8% sul 2023) e 591mila
autoveicoli (- 32,3%), secondo i dati dettagliati Anfia, l’associazione delle
industrie automotive.
La produzione di auto
si è più che dimezzata negli ultimi anni, dopo l’era Marchionne alla Fiat: 542.007
autovetture nel 2019 (-19,5 per cento sul 2018), 451.718 nel 2020 (-16,7 rispetto
al 2019), 442.432 nel 2021 (-2,1), 473 mila nel 2022, 751 mila nel 2023.
Per il 2024 si dà
anche una produzione in Italia di 475 mila autovetture - cifra che contrasta col
calcolo più attendibile dell’Anfia. Ma quello che è più significativo è che negli
anni 1990 l’auto made in Italy era terza in Europa e quinta al mondo, con una
produzione annua di quasi 2 milioni di veicoli (il massimo, 2.220.774 auto, fu
toccato nel 1989). Poi le strategie aziendali dovettero farsi sempre più
internazionali, in Serbia e Polonia, in Sud America, in Nord America. Nel 2011,
a metà dell’era Marchionne, non si arrivò a produrre in Italia 800 mila
autovetture.
E la
responsabilità è solo – prima dello sganciamento di Elkann – del sindacato: non
c’è altro motivo per investire in Serbia o in MRocco invece che a Termini Imerese. A
Pomigliano, dove la Fiat aveva investito per rinnovare l’impianto, i lavoratori
arrivarono a disobbedire al sindacato, che voleva lo sciopero a oltranza contro
l’impianto rinnovato. A un sindacato che poi era già allora l’incredibile
Landini.
Gianni Trovati, Pil
pro capite, l’Italia raggiunge la Francia, “Il Sole 24 Ore”
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