domenica 23 novembre 2025
Sull’Ucraina la pace Usa-Russia, con un occhio alla Cina
Si vuole il piano di Trump per la “pace” in Ucraina sbagliato, arrendevole, abborracciato. Mentre è il contrario. E non dovuto al suo personale mediatore, l’affarista Witkoff, che è solo un uomo di fiducia del presidente, ma al dipartimento di Stato. Si vede ampiamente da come è redatto, nella formulazione, e anche nei (tanti) punti controvertibili, cioè materia di trattativa. Perchè l’obiettivo americano – americano, non trumpiano - di ora è avviare una trattativa, se non addirittura un “cessate il fuoco” (il primo passo per fare finire le guerre: cessate-il-fuoco, tregua, armistizia, trattato).
La Grande Strategia di Putin
Una rappresentazione della politica estera russa dal
1993 in poi. Opera di uno specialista russo di Storia diplomatica. Un’esposizione
più che una valutazione. Utile a fare chiarezza sui presupposti anche del
momento attuale di Mosca, della posizione russa prima della guerra con l’Ucraina.
Una politica definita la Grande Strategia, senza meno.
Si parte da Eltsin, che nel 1993 stabilisce questi
due fondamenti della politica estera della nuova Russia: sicurezza e integrazione
con l’Occidente. Con riforme economiche significative, anche onerose. Ma con la partecipazione al G 7 già
nel 1994, e l’aperura nel 1995 dell’adesione alla Wto, l’organizzazione che
regola(va) il commercio mondiale – alla quale Mosca sarà ammessa nel 2012 col “supporto
degli Stati Uniti”. In contemporanea, ma in subordine, Mosca ha pure “cercato
di normalizzare i legami con gli ex alleati del blocco sovietico”, e ha risolto
dispute territoriali, con gli ex alleati e con la Cina – mentre “le relazioni
con il Giappone sono rimaste tese a causa delle isole Kurili contese”.
Per tre capitoli, e per quindici anni, Mosca si sarebbe
impegnata ad appianare la sua entrata nel mondo occidentale. Opera per un
ordine mondiale multipolare, partecipando attivamente a forum come il G 20 e i Brics.
Firma nel 2010 il New START, riducendo le testate nucleari a 1.550. Propone nel
2010 un’area di libero scambio da Lisbona a Vladivostok. Avvia nello stesso anno
con la Ue una “partnership for Modernisation”. E si accorda con la Germania, al
castello di Meseberg, “per coordinare le politiche estere e di sicurezza”. Dal
2006 partecipa all’operazione Nato “Active Endeavour” di pattugliamento del Mediterraneo
contro il terrorismo, e dal 2008 all’operazione anti-pirateria nel Golfo di
Aden.
Poi la crisi. Nessun progresso nei negoziati con la
Ue. Insistenza americana per una Ballistic Missile Defense (Bmd) stazionata in Europa.
E un po’ di crisi politica interna, per le divergenze tra Medvedev e Putin sulle
politiche per il Mediterraneo, in particolare in Libia e in Africa.
Dopo l’annessione della Crimea nel 2014 arrivano
anche le sanzioni economiche occidentali.
Indirettamente autocritici i capitoli finali. La
Russia mantiene forte la presenza negli affari internazionali, grazie al ruolo
di membro permanente del consiglio di sicurezza Onu. Che però non può impedire
risoluzioni quali quella che impegna l’Onu all’integrità territoriale dell’Ucraina.
E ha praticamente cancellato la partecipazione alle missioni di pace – solo 85
militari vi erano impegnati nel 2024. È attiva tra i Brics, che “rappresentano
il 42 per cento della popolazione mondiale e si impegnano a promuovere gli
interessi dei paesi in via di sviluppo”. E nel G 20, che “indirizza vari problemi
globali”.
L’ultimo capitolo è un appello al disarmo e alla “non
proliferazione” dell’armamento nucleare.
Il MIGMO, istituto statale di Mosca per le relazioni
internazionali, è l’università del ministero degli Esteri russo. Bobrov vi insegna
con la qualifica di professore associato al dipartimento di Diplomazia, e lo status,
quando scriveva questo repertorio storico, di preside facente funzioni della facoltà
di Governo e Affari Internazionali.
Alexander Kirillovich Bobrov, The Grand Strategy
of Russia, Moscow State Institute of International Relations (University),
School of Government and International Affairs, MGIMO University, pp. 267, gratuito
online
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