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domenica 21 dicembre 2025

Letture - 600

letterautore

Sant’Agostino – Omosessuale lo vuole Pasolini, in “Cani”, un articolo per il “Corriere della sera” che il giornale non pubblicò e lui riprese in “Scritti corsari”: “L’omosessualità di sant’Agostino è ormai, anzi da sempre, accettata in quanto è sant’Agostino stesso a confessarla”.
Proprio sant’Agostino, cui la chiesa deve il millenario rifiuto della sessualità, del corpo.
L’articolo non pubblicato spiega perché san Paolo era omosessuale, come – Pasolini ricorda – da lui stesso affermato in un articolo precedente, questo invece pubblicato dal quotidiano milanese, il 30 gennaio 1975.
Per l’omosessualità di san Paolo, inconsapevole, spiega Pasolini, “è stato necessario l’intervento della psicanalisi; a interpretarne i sintomi, a tentarne la diagnosi”.
 
Borges – “Jorge Luis Borges: no. Orribile”. È la conclusione della recensione di Pasolini, sul “Corriere della sera”, 14 aprile 1974, del terzo “Almanacco dello Specchio”, 1974  (in “Pasolini e il «Corriere della sera»”, p. 139).
 
Cristianesimo – “Il cristianesimo è stato comunque qualcosa di notevole”, Hannah Arendt lo concede scrivendo al marito, sotto l’effetto del “Messia” di Händel ascoltato nel maggio del 1952 a Monaco d Baviera. A proposito del coro da Isaia, 9, 6: “For unto us a Child is born, unto usa a Son is given”, poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio!”. Commossa forse dalla musica, da Händel, o forse dal fatto della nascita, della maternità. L’identità razziale rimuove anche la storia?
 
De Gasperi – “Non era nessuno!”, Pasolini può dire in “Lettera aperta al presidente della Repubblica”, sul “Corriere d’Informazione”, il 4 settembre 19675 (ora in “Pasolini e il «Corriere della sera»”. p. 301). A proposito dei politici democristiani che tentavano all’epoca di dare un’ideologia al loro partito “rispolverando con venerazione De Gasperi. Ma De Gasperi non era nessuno”.
Non era nessuno politicamente, nel suo partito, non avendo correnti né pretoriani - la sua forza politica veniva dall’azione di governo.
 
Est Europa - Rapahel Lemkin, (1900-1957), “l’uomo che inventò la parola genocidio”, giurista, ebreo, “nacque in Russia, nel 1900, in un’area che poi divenne Wolkowysk in Polonia, e oggi è Vaukavysk in Bielorussia”. Fece l’università “a Cracovia e a Leopoli” - allora polacca, Lwów, oggi ucraina, Lviv.

Fiat - Simenon ne compra una nel 1932 alla frontiera fra il Sudan e il Congo Belga, per fare  la traversata del Congo fino al mare, per strade in forma di piste non tracciate. Lo racconta in “L’Africa che dicono misteriosa”. La fotografa anche: una macchina importante, una 509 A Torpedo, con un passo a occhio di quatto metri, alta, decapottabile.
 
Sklovskij ricorda, nei racconti delle varie traversate del fronte nella guerra civile russa tra rossi e bianchi, ricorda le autoblindo Fiat.
“Il fascino principale di una buona macchina”, Sklovskij scrisse anche, a Elsa Triolet a Parigi, in una lettera non spedita di “Zoo, “è il carattere della sua trazione, il carattere del crescere della sua forza. Una sensazione simile al crescere della voce. Molto piacevolmente cresce la voce-trazione della Fiat: premi il pedale del gas, e la macchina ti porta con entusiasmo”.
Nel 1930 il senatore Agnelli costruì in Russia, a Mosca, una fabbrica di cuscinetti a sfera, “la più grande del mondo” – realizzata in un anno e mezzo, inaugurata nel 1932 (presente anche Togliatti”.
 
Le auto italiane erano reputate a Parigi dopo la Grande Guerra, scriveva della “Stampa” il corrispondente Corrado Alvaro, “le migliori del mondo”. Nel 1921-22, quando Alvaro fungeva da corrispondente da Parigi, “La Stampa” era già di proprietà Agnelli, ma solo per un terzo, e all’interno del “gruppo finanziario-industriale ditta Agnelli-Gualino”.
 
Intellettuale – È finito con l’indifferenza – “non con lo Stato non con le Br” – che indignava Sciascia? Cioè, finito nell’irrilevanza. Gli intellettuali finiscono per Pasolini, negli stessi anni 1970, per essersi fatti superare da “una storia reale che li ingiallisce di colpo, trasformandoli nella statua di cera di se stessi”. Pasolini lo scrive l’1 marzo 1975 sul “Corriere della sera”, in uno degli articoli da lui non raccolti in volume, ora in “Pasolini e il «Corriere della sera»”, p. 250. Incapaci di adeguarsi agli event e alle mutazioni antropologiche,  attardati nell’ideologia – “siamo tutti illuministi”.
 
Mamma – “Ero molto legato a mia madre”, Jim Jarmush spiega a Paola Zanuttini a proposito del suo ultimo film che ha vinto il festival di Venezia, “Father Mother Sister Brother”: “Telefonavo una volta al mese”. Effetto del matriarcato americano (Jarmush non lo dice per dileggio)?
 
Pasolini - Di sinistra oppure di destra, il quesito è ampiamente discusso per il cinquantenario della morte – a proposito delle sue posizioni sulla contestazione, l’aborto, la sessualità, etc.. Una curiosità in tema è Kanye West, il rapper americano prima radicale di sinistra poi, ora, di destra. Che si sarebbe ispirato a Pasolini, così dice, per l’album “Kids see Ghosts”. Interpretato Anche da molti critici come un tributo a Pasolini, dilungandosi su alienazione e ricerca del sacro, attraverso il trauma e la redenzione. Qualche critico avendo evocato l’accostamento, Kanye West, richiesto di un’opinione, avrebbe ammesso che prima dell’uscita dell’album aveva letto, e perfino “studiato”, l’opera di Pasolini. Il che non vuole dire nulla, perché un album è preparato e lavorato mesi e anni prima dell’uscita.
Di Kanye West, che ama “stupire”, wikipedia ricorda la condanna dell’aborto legalizzato, quando non si tratti di un intervento a seguito di violenza sessuale. Ma anche esternazioni di antisemitismo, compresa la negazione dell’Olocausto, e apprezzamenti di Hitler – dichiarandosi anzi un nazista.
 
Russia - “È un mio consiglio che do ai giovani: rubate ai russi”, confessa Virzì a Cazzullo e Michela Proietti che lo intervistano sul “Corriere della sera”, a proposito dei “prestiti
 di immagini, inquadrature, situazioni di altri registi. Lui, come tutti, afferma, ha “rubato” molto, in particolare da Michalkov.


letterautore@antiit.eu 

Il Sole di Natale

“Torna Natale” e Antonio Rezza non ci sta: “Mai come sempre mi accorgo che la famiglia è l’anticamera dell’associazione a delinquere, della criminalità organizzata, l’origine del malaffare”, etc, etc. per una dozzina di righe. Ma, a parte questa lazzaronata di Rezza, “Il Sole 24 Ore Domenica” è un numero tutto natalizio, di “racconti” di Natale, scritti per loccsione, Natale 2025. Con un repertorio galattico di tempo ritrovato, di sogni, di normalissime “vedute”, di uso degli occhi,e di felicità-infelicità.
Il cardinale Ravasi racconta Natale con Brecht (Brecht ha una poesia “Alla viglia di Natale”), e con Virgilio, con l’approdo degli esuli di Troia a Cartagine (“ci negano l’asilo della sabbia….”). E con i nonni “adottivi” di Gesù, Simeone e Anna. Ossola col “Protoevangelo di Giacomo”, che la notte “vede” il presepe. Con Vivian Lamarque “dicembre è il più bambino dei mesi”. Scaraffia ricorda il Natale 1943 di Churchill alla Casa Bianca, colpito dalla semplicità della festa: “C’era di che fortificare la fede di chi crede che l’universo sia regolato da leggi morali” – quale differenza da oggi. O il Natale di Colette nel 1916 col marito in licenza dal fronte a Santa Maria d’Aracoeli a Roma, ad ascoltare “un predicatore di quattro anni e una profetessa di otto, un’attrice nata, di abilità impressionante”.
Un numero da collezione. Con tanti altri racconti, di Elisabetta Rasy, Giuseppe Lupo, et al., e interventi di vario genere. Andera Gentile fa un esilarate repertorio delle trenta o quaranta cose che siamo e vorremmo, potremmo, non esere, a partire dal tempo-non tempo obbligato al cellulare. Ruozzi fa i controcanti di Natale: Guareschi, Buzzati, Calvino, Malerba, Pontiggia. C’è più il presepe, ma c’è anche Babbo Natale – che potrebbe essere uno “sciamano Samì”, ipotizza Lara Ricci. Il Natale in pittura, naturalmente. E il Natale al cinema – anche seviziato, da Tim Burton. O a Ferragosto – quello dei discografici, p.es., come spiega Paolo Fresu, che registrano i “White Christmas” e i “Tu scendi dalle stelle” “sotto i quaranta gradi di Ferragosto” perché siano sul mercato a dicembre.
Una raccolta programmata e realizzata con fantasia,
“Domenica Il Sole 24 Ore”, Un Natale disobbediente, “Il Sole 24 Ore” € 2,50