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Il mondo com'è (490)
astolfo
Esecuzioni
capitali –
Sono privilegio e segno distintivo degli ayatollah, che pure sono tali in quanto
uomini di fede e di dottrina. Più in generale, sono sempre più quasi esclusiva
di paesi e regimi islamici – gli Stati Uniti ne registrano due in media al mese,
massimo tre. L’ultimo rapporto di Amnesty International, “Death Sentences and
Executions”, che riguarda il 2024, ne registra 1.518 nel corso dell’anno - il numero più alto
del millennio, dopo il 2015, che ne registrò “almeno” 1634.
La maggior parte
delle esecuzioni sono state effettuate – ma è la normalità da molti anni - nel
Medio Oriente. L’unica novità è che il numero dei Paesi che hanno effettuato
esecuzioni è da due anni in ribasso.
Il Rapporto non
tiene conto della Cina, della Corea del Nord e del Vietnam. Paesi dove le esecuzioni
non sono comunicate. In questi Paesi, però, si ritiene che siano il maggior
numero, più che in quelli islamici. Soprattutto in Cina, che il Rapporto dice “il
maggior boia” mondiale.
Iran, Iraq e
Arabia Saudita registrano tra l’80 e il 90 per cento delle esecuzioni capitali globali.
Anzi, esattamente: “L’Iran, l’Iraq e l’Arabia Saudita sono stati responsabili
della forte impennata di esecuzioni dell’anno scorso, avendo effettuato oltre
il 91 per cento di quelle note”. E sono i Paesi nei quali le esecuzioni sono in
aumento, anche corposo. Nel 2024 i tre paesi hanno registrato 1.380 esecuzioni,
sulle 1.518 totali. L’Iraq ha quasi quadruplicato le esecuzioni (da almeno 16
ad almeno 63). L’Arabia Saudita ha raddoppiato il totale annuale, da 172 ad
almeno 345. In Iran sono state impiccate 119 persone in più rispetto al 2023 - da almeno 853 ad almeno 972, due terzi (il 64 per cento) di tutte
le esecuzioni note.
Si condannano a
morte, soprattutto nel Medio Oriente, i sospetti di attività politiche, anche
solo sotto forma di pensieri o conversazioni, “in particolare in Iran e in Arabia
Saudita”, e le minoranze religiose (gli sciiti in Arabia Saudita). E le minoranze
etniche, in Cina e altrove in Asia.
Diffusa anche la pena
di morte per attività illegali, quali lo spaccio di stupefacenti. In questi casi,
secondo il Rapporto, anche le condanne sono illegali: non si tiene conto delle
procedure a difesa: “Oltre il 40 per cento delle esecuzioni del 2024 sono state
effettuate illegalmente per reati collegati a sostanze stupefacenti”. In Cina
presumibilmente e in Vietnam, e in Iran, Arabia Saudita e Singapore.
Murphy – “I Murphy” s’intendono Gerald Murphy e Sara Sherman
Wiborg, la coppia di miliardari americani, lui con ambizioni di pittore, che
egli anni 1920 animò, anche materialmente, la comunità di giovani scrittori americani
approdati in Francia, Hemingway, Fitzgerald, Dos Passos, Dorothy Parker. Dapprima
a Parigi, dal 1923 a Cap d’Antibes, in una villa lussuosa, villa America, dove
intrattenevano gli ospiti anche per lunghi periodi – specialmente affezionati
ai Fitzgerald, per le debolezze e le intemperanze di Scott - che poi ne fece i personaggi
centrali di “Tenera è la notte”, non incontrando i favori della coppia (oltre
che della critica). Gerald era l’erede di una grossa ditta di pellami di Boston
– che continuò a presiedere, anche se non a gestire, da Antibes - lei la pupilla
di un miliardario di Cincinnati, fabbricanti di vernici. Il quale non gradiva
il matrimonio, anche perché lei era maggiore di lui, e non il contrario, e di
ben cinque anni – si incontrarono adolescenti ma si sposarono tardi, nel 2015,
lui di ventisette anni, lei di trentadue, e saranno sempre una coppia felice (a
quel che si vede dalla copiosa documentazione fotografica), oltre che duratura.
Si stabilirono a New York, ebbero tre figli, e nel 1921 si trasferirono in
Francia.
Hemingway, poco
più che ventenne, e impecunioso, tra piccoli mestieri, ma già intraprendente su
piazza, fu la loro carta da visita a Parigi, negli ambienti intellettuali e
artistici: Picasso, Gertrude Stein, Coco Chanel, Cocteau, Fernand Léger, Dorothy
Parker, Dos Passos. Picasso conobbero personalmente attraverso i Ballets Russes
di Djaghilev, verso i quali la coppia si era indirizzata, come “volontari”. In
parallelo, prendevano lezioni di pittura da Natalja Gončarova. Quando “Tenera è
la notte” uscì, nel 1934, accolto male dalla critica, e anche dai Murphy, il loro
incanto come anfitrioni in Costa Azzura era già finito. Lo stesso anno se ne
tornarono in Ameria. Gerald Morirà nel 1964, “due giorni dopo il suo amico Cole
Porter”, notano le biografie, Sara nel 1975.
Radioattività – Se ne sono dimenticate
le implicazioni e le conseguenze: negative, in termini ambientali e di salute,
oppure creative, sempre per la salute, in medicina. Per gli ottant’anni di
bombardamenti atomici americani si è segnalata l’inavvertenza, all’epoca, degli
effetti della radioattività – i bombardamenti erano stati analizzati sono il
profilo distruttivo, sebbene la radioattività fosse ben conosciuta – per una
dimenticanza? – da almeno mezzo secolo, da Becquerel e i Curie. Lasciando per
inteso che il fenomeno, seppure con difficoltà e con lunghi studi, era stato
poi interamente conosciuto, e quindi addomesticato. Mente la verità è che non se
ne conoscono tutti gli effetti. E nemmeno la sua persistenza (la misura, l’attività)
nei rifiuti atomici, delle centrali nucleari. Parte delle scorie vengono
riprocessate, ma ci sono sempre residui, di cui non si sa determinare il periodo
(comunque secolare) di attività.
Sundown Cities – Si sono chiamate negli Stati Uniti “città del tramonto” borghi, ma anche contee - e tuttora non si chiamano ma
esistono (attraverso forme residenziali condominiali, e pratiche di “esclusione
sociale”) - di comunità bianche che non ammettevano altre etnie, ma
sostanzialmente escludendo gli afroamericani. I non bianchi potevano frequentarle
di giorno per lavoro (in genere domestico) ma non risiedervi. “Città del tramonto”
per la pratica di affiggere cartelli che ingiungevano ai non bianchi di abbandonare
l’area prima del tramonto.
Un fenomeno ampliatosi
con la fine dell’Età della Ricostruzione dopo la guerra civile, nel 1877, accompagnata
dalla nascita e la forte crescita del Ku Klux Klan, i circoli suprematisti
bianchi, sulla base di une serie di leggi, locali e statali, negli Stati ex schiavisti,
ex confederati, che imponevano la segregazione razziale, dette “leggi Jim Crow”.
E poi a metà Novecento, a difesa dal movimento per i diritti civili (se tutti
devono avere gli stessi diritti, meglio stare soli). Nel 1968 abolite con legge
federale, il Civil Right Act e il Fair Housing Right del 1968, durante la presidenza
Johnson, il vice di Kennedy che gli succedette e fu poi eletto a fine 1964, che
resero reato federale le restrizioni residenziali su base razziale.
Wikipedia censisce stato per stato le comunità
storicamente Sun Down, su base induttiva, riesaminando i registri fiscali, i censimenti,
e le ordinanze cittadine. Si escludevano anche ebrei, asiatici, nativi americani,
e latini, o in genere cattolici. Molto diffusi erano i cartelli “no Blacks, no
Dogs”. Intimidazioni, anche attraverso le forze dell’ordine, e regolamenti immobiliari
per l’acquisto di abitazioni conformavano le Sundown Cities.
Wicker Man – Non si dice, ma
perché non sarebbe il progenitore di Gulliver – più o meno consapevolmente nella
fantasia dell’attempato e colto Jonathan Swift? Secondo l’IA “«The Wicker Man»” si
riferisce sia all’iconico film horror britannico del 1973 che alla figura
centrale del suo finale, un grande idolo di vimini in cui il protagonista viene
bruciato vivo come sacrificio umano per la fertilità della
terra. Storicamente, il termine indica una statua di vimini usata dai
Druidi per sacrifici umani, sebbene l’esistenza effettiva di tali pratiche sia
dibattuta dagli storici, con le prove che provengono principalmente da antiche
fonti greco-romane, come quelle di Giulio Cesare”.
Cesare come fonte del “wicker man” è
improbabile. Un’antica stampa, del 1676, fa troneggiare l’“incantatore” –
incantatore di fuscelli - su una moltitudine umana poco più consistente delle formiche
in schiera.
astolfo@antiit.eu
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