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sabato 25 ottobre 2025

Il mondo com'è (490)

astolfo


Esecuzioni capitali – Sono privilegio e segno distintivo degli ayatollah, che pure sono tali in quanto uomini di fede e di dottrina. Più in generale, sono sempre più quasi esclusiva di paesi e regimi islamici – gli Stati Uniti ne registrano due in media al mese, massimo tre. L’ultimo rapporto di Amnesty International, “Death Sentences and Executions”, che riguarda il 2024, ne registra  1.518 nel corso dell’anno - il numero più alto del millennio, dopo il 2015, che ne registrò “almeno” 1634.
La maggior parte delle esecuzioni sono state effettuate – ma è la normalità da molti anni - nel Medio Oriente. L’unica novità è che il numero dei Paesi che hanno effettuato esecuzioni è da due anni in ribasso.
Il Rapporto non tiene conto della Cina, della Corea del Nord e del Vietnam. Paesi dove le esecuzioni non sono comunicate. In questi Paesi, però, si ritiene che siano il maggior numero, più che in quelli islamici. Soprattutto in Cina, che il Rapporto dice “il maggior boia” mondiale.
Iran, Iraq e Arabia Saudita registrano tra l’80 e il 90 per cento delle esecuzioni capitali globali. Anzi, esattamente: “L’Iran, l’Iraq e l’Arabia Saudita sono stati responsabili della forte impennata di esecuzioni dell’anno scorso, avendo effettuato oltre il 91 per cento di quelle note”. E sono i Paesi nei quali le esecuzioni sono in aumento, anche corposo. Nel 2024 i tre paesi hanno registrato 1.380 esecuzioni, sulle 1.518 totali. L’Iraq ha quasi quadruplicato le esecuzioni (da almeno 16 ad almeno 63). L’Arabia Saudita ha raddoppiato il totale annuale, da 172 ad almeno 345. In Iran sono state impiccate 119 persone in più rispetto al 2023 - da almeno 853 ad almeno 972, due terzi (il 64 per cento) di tutte le esecuzioni note.
Si condannano a morte, soprattutto nel Medio Oriente, i sospetti di attività politiche, anche solo sotto forma di pensieri o conversazioni, “in particolare in Iran e in Arabia Saudita”, e le minoranze religiose (gli sciiti in Arabia Saudita). E le minoranze etniche, in Cina e altrove in Asia.
Diffusa anche la pena di morte per attività illegali, quali lo spaccio di stupefacenti. In questi casi, secondo il Rapporto, anche le condanne sono illegali: non si tiene conto delle procedure a difesa: “Oltre il 40 per cento delle esecuzioni del 2024 sono state effettuate illegalmente per reati collegati a sostanze stupefacenti”. In Cina presumibilmente e in Vietnam, e in Iran, Arabia Saudita e Singapore.
 
Murphy – “I Murphy” s’intendono Gerald Murphy e Sara Sherman Wiborg, la coppia di miliardari americani, lui con ambizioni di pittore, che egli anni 1920 animò, anche materialmente, la comunità di giovani scrittori americani approdati in Francia, Hemingway, Fitzgerald, Dos Passos, Dorothy Parker. Dapprima a Parigi, dal 1923 a Cap d’Antibes, in una villa lussuosa, villa America, dove intrattenevano gli ospiti anche per lunghi periodi – specialmente affezionati ai Fitzgerald, per le debolezze e le intemperanze di Scott - che poi ne fece i personaggi centrali di “Tenera è la notte”, non incontrando i favori della coppia (oltre che della critica). Gerald era l’erede di una grossa ditta di pellami di Boston – che continuò a presiedere, anche se non a gestire, da Antibes - lei la pupilla di un miliardario di Cincinnati, fabbricanti di vernici. Il quale non gradiva il matrimonio, anche perché lei era maggiore di lui, e non il contrario, e di ben cinque anni – si incontrarono adolescenti ma si sposarono tardi, nel 2015, lui di ventisette anni, lei di trentadue, e saranno sempre una coppia felice (a quel che si vede dalla copiosa documentazione fotografica), oltre che duratura. Si stabilirono a New York, ebbero tre figli, e nel 1921 si trasferirono in Francia.
Hemingway, poco più che ventenne, e impecunioso, tra piccoli mestieri, ma già intraprendente su piazza, fu la loro carta da visita a Parigi, negli ambienti intellettuali e artistici: Picasso, Gertrude Stein, Coco Chanel, Cocteau, Fernand Léger, Dorothy Parker, Dos Passos. Picasso conobbero personalmente attraverso i Ballets Russes di Djaghilev, verso i quali la coppia si era indirizzata, come “volontari”. In parallelo, prendevano lezioni di pittura da Natalja Gončarova. Quando “Tenera è la notte” uscì, nel 1934, accolto male dalla critica, e anche dai Murphy, il loro incanto come anfitrioni in Costa Azzura era già finito. Lo stesso anno se ne tornarono in Ameria. Gerald Morirà nel 1964, “due giorni dopo il suo amico Cole Porter”, notano le biografie, Sara nel 1975.


Radioattività – Se ne sono dimenticate le implicazioni e le conseguenze: negative, in termini ambientali e di salute, oppure creative, sempre per la salute, in medicina. Per gli ottant’anni di bombardamenti atomici americani si è segnalata l’inavvertenza, all’epoca, degli effetti della radioattività – i bombardamenti erano stati analizzati sono il profilo distruttivo, sebbene la radioattività fosse ben conosciuta – per una dimenticanza? – da almeno mezzo secolo, da Becquerel e i Curie. Lasciando per inteso che il fenomeno, seppure con difficoltà e con lunghi studi, era stato poi interamente conosciuto, e quindi addomesticato. Mente la verità è che non se ne conoscono tutti gli effetti. E nemmeno la sua persistenza (la misura, l’attività) nei rifiuti atomici, delle centrali nucleari. Parte delle scorie vengono riprocessate, ma ci sono sempre residui, di cui non si sa determinare il periodo (comunque secolare) di attività.


Sundown Cities – Si sono chiamate negli Stati Uniti “città del tramonto” borghi, ma anche contee - e tuttora non si chiamano ma esistono (attraverso forme residenziali condominiali, e pratiche di “esclusione sociale”) - di comunità bianche che non ammettevano altre etnie, ma sostanzialmente escludendo gli afroamericani. I non bianchi potevano frequentarle di giorno per lavoro (in genere domestico) ma non risiedervi. “Città del tramonto” per la pratica di affiggere cartelli che ingiungevano ai non bianchi di abbandonare l’area prima del tramonto.

Un fenomeno ampliatosi con la fine dell’Età della Ricostruzione dopo la guerra civile, nel 1877, accompagnata dalla nascita e la forte crescita del Ku Klux Klan, i circoli suprematisti bianchi, sulla base di une serie di leggi, locali e statali, negli Stati ex schiavisti, ex confederati, che imponevano la segregazione razziale, dette “leggi Jim Crow”. E poi a metà Novecento, a difesa dal movimento per i diritti civili (se tutti devono avere gli stessi diritti, meglio stare soli). Nel 1968 abolite con legge federale, il Civil Right Act e il Fair Housing Right del 1968, durante la presidenza Johnson, il vice di Kennedy che gli succedette e fu poi eletto a fine 1964, che resero reato federale le restrizioni residenziali su base razziale.
Wikipedia censisce stato per stato le comunità storicamente Sun Down, su base induttiva, riesaminando i registri fiscali, i censimenti, e le ordinanze cittadine. Si escludevano anche ebrei, asiatici, nativi americani, e latini, o in genere cattolici. Molto diffusi erano i cartelli “no Blacks, no Dogs”. Intimidazioni, anche attraverso le forze dell’ordine, e regolamenti immobiliari per l’acquisto di abitazioni conformavano le Sundown Cities.  


Wicker Man – Non si dice, ma perché non sarebbe il progenitore di Gulliver – più o meno consapevolmente nella fantasia dell’attempato e colto Jonathan Swift? Secondo l’IA “«The Wicker Man»” si riferisce sia all’iconico film horror britannico del 1973 che alla figura centrale del suo finale, un grande idolo di vimini in cui il protagonista viene bruciato vivo come sacrificio umano per la fertilità della terra. Storicamente, il termine indica una statua di vimini usata dai Druidi per sacrifici umani, sebbene l’esistenza effettiva di tali pratiche sia dibattuta dagli storici, con le prove che provengono principalmente da antiche fonti greco-romane, come quelle di Giulio Cesare”. 
Cesare come fonte del “wicker man” è improbabile. Un’antica stampa, del 1676, fa troneggiare l’“incantatore” – incantatore di fuscelli - su una moltitudine umana poco più consistente delle formiche in schiera. 

astolfo@antiit.eu

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