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sabato 20 settembre 2025

Ombre - 792

“America in nero”, dice “il Foglio”, per “la passione a stelle e strisce per l’omicidio politico”. Mentre l’Italia ne è esente. “In 164 anni di storia unitaria l’unico capo di Stato ucciso in un attentato fu re Umberto nel 1900”. Ma con vari attentati “anarchici” prima del re, tre o quattro contro Mussolini, uno contro Togliatti. E Moro? E quanti morti “simbolici” del terrorismo, generali, giudici, giornalisti? E la principessa Sissi, il cui assassinio muove ancora serie tv in serie? Lo stesso giornale fa peraltro un elenco interminabile di attentati politici, più o meno riusciti, opera di italiani fuori d’Italia, in Europa e altrove.

Si vuole un’“America nera”, e non si capisce perché.
 
E così, “Crédit Agricole muove su Banco Bpm e nomina gli advisor per studiare la fusione”. Poche righe, anodine: Bpm è di Crédit Agricole, e quasi non lo sappiamo. Ma non latita solo la stampa. Oppure: la stampa latita perché acquirente si porta Crédit Agricole Italia, e questo basta al ministro Giorgetti per non azionare il “golden power” - per non indagare se il nuovo padrone è straniero. Lo stesso che dimostrava che Unicredit, in quanto acquirente della stessa Bpm, non è italiana perché ha ancora uno sportello a Mosca.
Da non credere, ma è così: reticenza, anzi silenzio, su tutta la linea nei media “informati”.
 
Due pagine, la firma più prestigiosa, e una vistosa prima pagina, il “Corriere della sera” celebra Rachele Mussolini perché tradì suo marito, quando già Mussolini era il Duce, assassinio Matteotti e leggi speciali alle spalle - lo tradì col fattore. Gli inglesi hanno la casa reale per gingillarsi, i francesi la Repubblica, noi ci facciamo la storia infinita col fascismo, che in tutto durò venti anni. Non è solo un passatempo, un che di morboso c’è.
 
“la Repubblica” chiama alle armi, con un titolone “di guerra” in prima, “L’editto di Trump”, e cinque pagine: è stato lui a chiudere una trasmissione tv. Alla seconda pagina scrivendo: “Da  buon italiano, Jimmy Kimmel (l’animatore dello show, nd,r,) più che un rivoluzionario è stato un campione della sopravvivenza”, tra disgrazie e rifiuti. E che è stato licenziato per avere detto: “La gang di Maga sta disperatamente cercando di caratterizzare questo ragazzo che ha assassinato Charlie Park come qualsiasi cosa, tranne che uno di loro”. L’assassino di uno di destra come uomo di Trump, non è male come informazione.
 
In una delle cinque pagine lo stesso giornale, che Elkann edita, celebra la fine dell’America, della democrazia in America. Affidandola a uno scrittore irlandese che preferisce vivere in America, Colum McCann. Il quale non dice nulla, ma ha in uscita in Italia un romanzo. 
 
Sempre “la Repubblica”: “Nel corso della controffensiva in Donetsk, ha rivelato ieri Zelensky, i soldati ucraini sono riusciti a riconquistare 160 mila km² di territorio”. Più della metà della superficie dell’Italia – tre volte la superficie del Donestk? È l’effetto dell’abolizione della geografia a scuola? E della misura – quanto fa 160 mila km²?
 
Macron e la moglie si devono difendere in America da una influencer che fa soldi spiegando che lei, la moglie, è nata uomo - benché madre di molti figli, anche prima di Macron. Assurdo. Ma è la forza degli avvocati “a percentuale”, i contingency lawyer, che fanno la giustizia Usa. Macron pagherà il legale in percentuale di quanto otterrà come risarcimento per diffamazione – ma intanto il legale può farsi pubblicità gratuitamente andando su tutte le tv e i social. Un mercato. La giustizia non è il forte delle democrazie?
 
Non un commento, uno solo, sul “Corriere della sera”, sul “Sole 24 Ore”, su “la Repubblica”, sul no del governo a Unicredit-Bpm a suo tempo, mentre tace sulla cessione (“a gratis”, come dicono a Roma?) di Bpm a Crédit Agricole. E sul regalo di Mediobanca e Generali alla banca di Giorgetti e a Caltagirone. La verità si lascia a Nagel: “Mercato sconfitto”. Al perdente, come a dire a nessuno.
 
Meloni, si sa, non sa di economia. E il suo partito è analfabeta. Si capisce che non abbia capito come, con la storiaccia di Bpm in mano ai francesi, e Mediobanca e Generali nominalmente a Siena e Caltagirone, abbia regalato “Milano” alla Lega e si sia quindi scavata la fossa. Quello che non si capisce è il silenzio, nelle due vicende, di “Corriere della sera” e “la Repubblica”, i cui giornalisti sanno bene di che si tratta. Specie sul primo, perfino buffo, episodio del risiko, Unicredit dichiarata banca “straniera” nell’ops Bpm. Giornalismo non è - non è stato. È come se Cairo e Elkann, gli editori, avessero voluto armare una trappola alla pdc troppo disinvolta - autonoma, “ingestibile”.
 
Via Baiamonti a Roma non è simpatica. Un po’ perché vi è stata uccisa Simonetta Cesaroni (via Poma è un suo angolo), da chi si è voluto non sapere, ma di più perché la Corte dei Conti se l’è chiusa, per farne parcheggio riservato - così sogliono i giudici a Roma, attorno ai tribunali, per posteggiarvi le loro macchine.
Quelli amministrativi, insomma, sono giudici come tutti, super partes – fanno quello che vogliono. Ora si scopre che la Corte è una filiale (quanto di comodo, per la carriera?) del Pd. E che non sono ammessi a Roma rilievi contabili sulla gestione del Campidoglio, da sempre Pd, e neppure della Regione, quando è a guida Pd. Chi li fa è prevenuto.

 
Due giudici della Corte dei Conti avevano riserve sull’ultimo bilancio dell’ultimo presidente Pd della Regione Lazio, Zingaretti. Il consiglio di presidenza al completo della Corte si è riunito e all’unanimità li ha ammoniti, “siete prevenuti”. Non obiettando nel merito, li ha ammoniti d’autorità, e i due hanno trovato conveniente lasciare il campo libero. Il tutto nel silenzio dei media.
Ora se ne parla perché l’accusatore al consiglio di presidenza è sotto processo per diffamazione. Ma si sa già che sarà assolto.
 
Meloni e Giorgetti hanno regalato a Mps, cioè a se stessi, Mediobanca e Generali. Ora deprivano Mps di un paio di miliardi di crediti fiscali pregressi da far valere sulla fusione con Mediobanca. Forse non si propongono di manomettere il sistema bancario (Giorgetti sicuramente no, la Lega: si è costituita una piazza enorme a Milano, con Mediobanca, Generali e Bpm, con al fianco la francese Agricole - sarà lepenista?), ma lo hanno fatto e lo fanno. Uno dei pochi settori robusti.
 
A parte il linguaggio scurrile nei riguardi del lavoro d’indagine svolto dalla Procura e della sentenza del gip su cui si pronunciavano, ma le tre giudici del Riesame della Nuova Urbanistica a Milano, Paola Pendino, cui si deve il linguaggio, Paola Ghezzi, cognome molto comune nei tribunali a Milano, e Vincenza Papagno fanno paura per la sicumera con cui assolvono l’architetto messo in commissione Paesaggio (autorizzativa) dai costruttori. Per i quali aveva progettato e progetterà altri “grattacieli”. Sono giudici del Pd, difensore d’ufficio? Sono della “buona borghesia”, difensore sociali? Ma fanno le giudici.
 
Eravamo quasi in guerra con la Russia, che aveva “invaso” la Polonia con droni, quando si è saputo che i danni del “bombardamento” li hanno provocato i missili aria-suolo dell’aviazione polacca. Ma l’abbiamo saputo solo perché il presidente polacco, che presiede anche i servizi di sicurezza, è del partito avverso a quello del primo ministro Tusk, che i droni ha avvistato e combattuto. Ci possono raccontare qualsiasi cosa.
 
È materia di condanne di alcuni ucraini in Germania, benché contestate, il sabotaggio tre anni fa del Nord Stream, il gasdotto Russia-Germania. Uno dei condannati ora è stato arrestato in Italia. Ma la cosa non interessa. Anche il sabotaggio all’epoca fu sottaciuto – un fait divers qualsiasi. Non fa notizia che un commando ucraino abbia sabotato il gigantesco impianto – a sei condotte, da solo può trasportare tutto il gas che l’Italia consuma. Fa notizia solo la velina quotidiana dei servizi ucraini. Che sono tutti noi, ma non bisognerebbe sapere chi effettivamente, come, e che cosa difendiamo?
 
‘Economia”, il settimanale economico del “Corriere della sera”, finalmente si occupa della scalata Mps su Mediobanca e Generali. Senza fretta, a p. 16. Senza nemmeno un richiamo in prima. Una mezza pagina, a fronte di quella Bper-Sondrio. Informazione non è.
 
“Fu un errore avere atteso per dieci anni la caduta dell’Urss: i comunisti per primi sapevano che era finita”. Nel personale revisionismo intrapreso per onestà su tutti i fronti Luciano Violante non si nasconde questa verità. Si, ma continua la santificazione di Berlinguer. Che odiava, non c’è altra parola, e combatteva i socialisti, i radicali e ogni altro soffio di sinistra che non fosse del partito. Che era e restò “sovietico”.
 
 

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