Cerca nel blog

mercoledì 17 settembre 2025

Calvino architettto – scrittore infelice

“Spesso quest’uomo di straordinaria intelligenza ha dichiarato che nel disegno, nella tavola fatta di segni grafici, c’era per lui una risorsa di felicità che gli era impossibile trovare nella scrittura”. Da qui, da questa constatazione, una rilettura di Calvino, che pure ha scritto tutta la vita – immenso anche l’epistolario, che si fatica a riorganizzare. Per di più, era scrittore esigente, curato: “Allora la ricerca della parola giusta, perfetta”, si chiede Voltolini stesso, “del giro di frase elegantissimo e asciutto, come andranno interpretati?” Che la scrittura, come tutto, non può arrivare alla perfezione? No, si dice Voltolini, “Calvino secondo me ci è arrivato più di una volta”, alla perfezione. No, il punto è un altro: “Il punto è la felicità negata, non la perfezione tecnica”.
Le felicità è negata dalla scrittura proprio come modalità espressiva: “Forse non è la perfezione semrpe ricercata ma irraggiungibile che caratterizza la scrittura, bensì l’infelicità espressiva che ne è l’essenza, rispetto alla comunicazione visiva”. Limitata, arzigogolata, e quindi infelice. In sè, e anche per l’autore?
Ma, forse, più che pittore, Calvino non volle essere architetto - così voluttuosamente preciso in tema di mappe e di prospetti, --  di ambienti, di città e anche di mondi, nonché della storia?
Uno dei tanti saggi, brevi, annotazioni più che disamine, che Voltolini ha redatto in quaranta o più anni di recensioni e critiche, ora raccolte nel volume “Su”.
Dario Voltolini, Italo Calvino era infelice di scrivere, fruibile online su smartphone

Nessun commento: