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Ma la questione energia è una cosa seria
Si va all’allarme
energia, per l’estate e poi per l’inverno, alla possibile mancanza del gas, non
abbastanza per i consumi, nonché all’aumento spropositato dei prezzi, della
benzina e del gas, come all’avventura: per moltiplicare i margini e gli utili
delle imprese del settore. Anche a protezione dei cittadino, ma nella maniera meno
giustificabile e più costosa, addossando i sovrapprezzi praticati dalle
compagnie allo Stato. Niente deve disturbare il business, il mercato, la cui ideologia fa il paio in Italia proprio
con Draghi, il presidente del consiglio in carica.
Non si sottrae
all’impressione il ministro della Transizione Ecologica, lo scienziato Cingolani.
Che palesemente mena il torrone. Molti rigassificatori, per sostituire il gas
russo con quello americano, più caro ma pazienza, insomma molto business, cioè
molti soldi, ma non una vera politica: del risparmio, delal riduzione dei
costi, dell’autosufficienza energetica, nei limiti del possibile.
Molti rigassificatori
per esempio in Toscana, per rovinarne le coste, che pure sono pregiate. Uno
prospiciente, a Panigaglia, uno galleggiante, una piattaforma gigante, al largo
di Livorno, uno galleggiante di dimensioni pantagrueliche, 300 metri per 40,
che si vuole ormeggiare nel porto di Piombino, davanti alla città e davanti
all’Elba, e un’altra isola galleggiante al largo di Follonica. Impianti non
solo enormi, ma comunque inquinanti, anche provvisti delle migliori tecnologie,
dell’aria e dell’acqua. Senza contare il rischio di avere un impianto di
rigassificazione in città.
Il ministro del
futuro Cingolani non prospetta niente, solo un futuro di affari. Come se non ci
fosse un problema di prezzi e di quantità, di gas e prodotti petroliferi.
Prospetta centrali nucleari pulite, di terza o quarta generazione, come se
fossero per domani, mentre – ammesso che siano possibili in Italia, stante il
referendum antinucleare, e ammesso che la nuova tecnologia sia effettivamente
pulita, cioè non produca scorie – richiederà almeno quindici anni, fra impianti
pilota e centrali di produzione, per entrare in funzione. Roba da non credere. Per non dire del gas algerino, della nuova condotta, o azerbaigiano, o israeliano (?), o del Qatar, che sarebbe lì, pronto, per essere bruciato subito e non fra cinque o dieci anni.
Non si parla di
altro, solo business, cioè oggi
rigassificatori per il gas americano. Centrali idroelettriche? Zero, la più
parte sono dismesse. La geotermia, che per esempio in Toscana assicura un terzo
dell’energia consumata, e potrebbe raddoppiare girando la chiavetta, non ha
investimenti da decenni. Nell’Alto Adriatico grandi riserve sottomarine di gas
vengono lasciate allo sfruttamento croato, perché l’Italia, a valle del Po, teme
la sussidenza se il gas viene pompato. Se il gas viene pompato dalla Crazia – i
giacimenti sono comuni - la sussidenza non c’è? No,ci sono piccoli interessi
politici di piccoli sindaci, che si fanno forti dell’ideologia verde, e
cavalcano la tigre - la sussidenza non
c’entra, contano i voti, che non sono di scambio i verdi non essendo naturalmente
siciliani, e nemmeno calabresi.
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