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giovedì 29 giugno 2023

Viaggiare fa male

“Qual è la frase più non-informativa che la gente usa dire? La mia scelta sarebbe «mi piace viaggiare»”. Un repertorio di un paio di citazioni importanti e vasti “movimenti di pensiero” contro la dromomania, l’impulso a viaggiare. Un po’ socntati per quanto riguarda il turismo – che peraltro rimane insalfito: si fa turismo per passatempo, non per imparare, e se si fa in una città d’arte perché no, non si offende nulla e nessuno. Che è il difetto di questo genere di argomentazioni, che se non sono brillanti sono fastidiose. Callard, filosofa peripatetica, che di sé essa stessa dice essere stata diagnosticata autisitca dopo i trent’anni (un po’ di autismo è adesso il segno del genio), figlia di ebrei ungheresi molti intellettuali e irrequieti, con un passaggio a Roma nel 1982-1983, prima del visto per gli Usa, se la cava. Un po’ fa anche dell’ironia  sull’anti-viaggio. Di Roma ricorda che a scuola fu sorpresa dalla madre a spiegare “il cerchio” agli altri bambini in uugherese, e che nel palazzo i genitori erano malvisti, in quanto “sporchi e chiassosi”.
E dunque: “Viaggiare restringe la mente”, G.K.Chesteston
“Viaggiare e il paradiso di un pazzo”, Ralh Waldo Emerson.
“Socrate e Immanuel Kant, probabilmente i due più grandi filosofi di tutti i tempi, votarono con i piedi, lasciando raramente l’alloggio domestico di Atene e Koenigsberg”.
Peggio ha fatto e detto Pessoa, nel “Libro dell’Inquietudine”: “Aborro modi di vita e luoghi non familiari… L’idea di viaggiare mi nausea… Ah, lasciate viaggiare quelli che non esistono!...”, etc.
Definitivo Samuel Johnson: “Quello che ho guadagnato viaggiando in Francia è stato imparare a essere più soddisfatto del mio paese”. Emerson, come Boswell, provò a viaggiare anche a lungo, ma senza soddisfazione. Di Roma scrive: “Cerco il Vaticano, e i palazzi. Mostro di essere inebriato da vedute e sugestioni, ma non sono ebbro”.
Alla fine un’arringa a somma zero – dopo la prima sorpresa, Chesterston, Pessoa, Emerson, il dr. Johnson, Socrate e Kant. Callard si ripete (è costretta a ripetersi?), senza convincere. Ma divertente.
Agnes Callard, The Case against Travel, “The New Yorker”, 24 giugno 2023, free online

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