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martedì 27 giugno 2023

La sinistra bancaria

Il Mes dopo il Pos? L’ultima battaglia della cosiddetta sinistra politica sembra inventata dai suoi nemici, tanto è bizzarra.Tutto si fa, anche scendere in piazza, per far guadagnare le banche?
Per il Pos obbligatorio si sono escogitati il riciclaggio di denaro sporco e le mafie, ma tutti sapevano e sanno che non è vero. Tutti eccetto i giornali, è vero. Ma questi perché hanno perso il senno, infatti non li compra nessuno – di Grillo è meglio non indagare, ma lui si accontenta di poco, qualche presenza pagata, a convegni, inaugurazioni, piani naturalmente verdi. Il Pos obbligatorio è solo un pizzo sui negozianti, doppio: l’affitto del terminale e una percentuale degli incassi.
Ora si replica col Mes, Meccanismo Europeo di Stabilità. Il Mes è in funzione, da anni – anche se nessuno vi ha fatto ricorso. Quello che non entra in funzione, finché l’Italia non lo vota, è un allargamento dell’ombrello Mes dal debito pubblico alle banche. È lecito? No, sono problematiche diverse. Si dice: ma gli altri membri Ue hanno votato la modifica, perché l’Italia non lo fa? Perché dovrebbe farlo? L’Italia non ha problemi con le banche, la Bce con le banche italiane non ha mai avuto riguardi, ha imposto cure pazzesche a Unicredit e voleva il fallimento di Mps. Non ha fatto l’analogo in Germania, e Francia, dove ora quattro grandi banche, almeno quattro, hanno problemi, Deutsche, Commerz, Société Générale, Bnp Paribas - e anche, anche se non si dice, la olandese Abn Amro.
L’Italia può far mancare la sua solidarietà? Certo che no. Ma non è una cosa di sinistra, anche se è la destra a chiedere chiarezza - una parola chiara non è troppo chiedere, e sarebbe di sinistra, l’Europa (l’Italia) ha già pagato troppo l’asse franco-tedesco.

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