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sabato 10 maggio 2025

Secondi pensieri - 561

zeulig


Falso – Ha una valenza anche morale, e anche ineluttabile - conoscitiva. Non tanto per la “logica delle false  credenze”, il processo accumulativo delle convinzioni, immune al riscontro. Il problema si pone oggi che dilaga per la natura stessa della rete, una rete di comunicazione incontrollata-bile, e del moltiplicatore automatico google.
Il falso come conferma di sé, autosostengo - la falsa credenza e la falsa comunicazione (non necesariamente ostile o prevaricatrice). Specie se corroborato dalla condivisione. Senza intento criminale, un atto difensivo.
 
Intellettuale – “Il tipo tradizionale e volgarizzato dell’intellettuale è dato dal letterato, dal filosofo, dall’artista. Perciò i giornalisti, che ritengono di essere letterati, filosofi, artisti, ritengono anche di essere i «veri» intellettuali”, A . Gramsci, “Gli intellettuali”.
I primi intellettuali – rilevato da Gramsci di passata - erano ecclesiastici. E proprio nel senso che Gramsci pretende dall’intellettuale, che “non può piú consistere nell'eloquenza, motrice esteriore e momentanea degli affetti e delle passioni, ma nel mescolarsi attivamente alla vita pratica, come costruttore, organizzatore, «persuasore permanentemente» perché non puro oratore”.
 
Libertà – Viene in discussione quanto più è libera. Non basta il limite canonico, di non fare il male degli altri, nell’età della comunicazione “libera”. Per la forza della rete e di google è diventata un motore di autoconsunzione, autodissoluzione, nell’ebetismo – nella dipendenza cioè. Con la promozione - anche senza invenzione, nelle cose - del gerarchismo più inattaccabile, della conoscenza.
 
Nichilismo – Non è fisico, e non è matematico. Non è filosofico. Ed è russo – un po’ politico, un po’ esistenziale. Come il risveglio la mattina dopo una sbronza. Un misto di mal di testa, con forte pressione sui vasi oculari, e di mal di stomaco, e più per il sonno agitato che per l’alcol nel sangue. In inglese è hangover, una sorte di autoimpiccagione.
È russo in quanto “effetto vodka”?
 
Ragione-Razionalità – È di pianura, di ambienti aperti? “Due popoli soli, nei millenni, si sono dati un Pensiero razionalista e geometrico, due popoli di pianura: gli Egiziani e i Francesi, cui venne e viene naturale concepire un mondo piatto, lineare, euclideo, rappresentabile geometricamente, o se per caso si ammette che non lo sia, da ridurre a geometria, quadrato, cacolabile, prevedibile”.
È una razionalità esagerata, anamnesi per di più di uno scrittore, Ulderico Nisticò. Ma non trascurabile.
 
Piatta è anche la Germania. Ma è razionalista il “pensiero tedesco”?
 
“Quello che l’occhio è per il corpo, la ragione è per l’anima”, è similitudine di Erasmo da Rotterdam nel mezzo della trattazione “Sul libero arbitrio”. Uno strumento.
Nel senso traslato si vuole altra, ma in quanto strumento è la sua unica verità.
 
Russia – Sosteneva Giorgio Galli che la Russia non ha la democrazia perché non ha avuto la caccia alle streghe: è “mancato il rapporto sfida-risposta”. Si spiega perché l’America vi indulge, da Salem a McCarthy, e a Trump. Ma grande democrazia avrebbe dovuto avere la Russia dopo le cacce di Stalin. Mentre il potere vi suona, al centro del potere, in ogni epoca, cavo, una tirannide costruita sul tufo, su un sistema di caverne sotterranee che esso stesso ha scavato e di cui ode echi indistinti.
 
È l’effetto vodka – russo è il nichilismo?
Resta da spiegare perché i russi, specie le donne, sono affascinanti. Bisogna ipotizzare un’origine del fascino nella decomposizione.
 
Suicidio – C’è quello del kamizaze, quello che si uccide per distruggere il più possibile, in disprezzo di sé e del mondo – quello jihadista, non quello sacrificale giapponese - nel nome di Dio e della verità.
James Hillmann ha “Il suicidio e l’anima”, giovanile, 1964. Che così viene presentato: “Se il suicidio è certamente il più violato fra i tabù – oggi più che mai, come testimoniano le cronache –, rimane nondimeno, nella percezione comune, lo scandalo supremo, il gesto inaccettabile”.
E: “Poiché nell’esperienza della morte l’anima trova una rigenerazione, l’impulso suicida non va necessariamente concepito come una mossa contro la vita, ma come un andare incontro al bisogno imperioso di una vita più piena. Più che di essere spiegato, ci dice in sostanza Hillman, il suicidio attende di essere compreso”.
Sul suicidio di Peto e Arria - Arria, matrona romana, esitando il marito Cecina Peto, s’affondò il pugnale nel petto, lo estrasse, glielo porse e disse: “Paete, non dolet” - Thomas Mann compose uno dei sui primi esercizi poetici, in terza elementare, una ballata.

Verità È demiurgica – si fabbrica. Meglio se totalitaria, secondo la argomenta Hannah Arendt in un appunto, ma di un totalitarismo non violento, non nel senso del manesco, della forza: “Se la filosofia occidentale ha sempre sostenuto che la realtà è verità, adequatio rei et intellectus, il totalitarismo ne ha tratto la conseguenza che noi possiamo fabbricare la verità nella misura in cui fabbrichiamo la realtà”.
Nello stesso senso Heidegger può aver detto, come ha detto: “La Verità è il carattere tangibile delle potenze”.
Il demiurgo fabbrica realtà-verità, indifferente al rosso e al nero. E non è necessariamente un dittatore. H. Arendt ha già detto che non lo fa per renderci più saggi ma per coinvolgerci “nel deserto delle proprie conclusioni e deduzioni logiche astratte”. Potrebbe averlo scritto dopo l’avvento della rete.        

zeulig@antiit.eu

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