zeulig
Falso
–
Ha una valenza anche morale, e anche ineluttabile - conoscitiva. Non tanto per
la “logica delle false credenze”, il
processo accumulativo delle convinzioni, immune al riscontro. Il problema si
pone oggi che dilaga per la natura stessa della rete, una rete di comunicazione
incontrollata-bile, e del moltiplicatore automatico google.
Il falso
come conferma di sé, autosostengo - la falsa credenza e la falsa comunicazione
(non necesariamente ostile o prevaricatrice). Specie se corroborato dalla condivisione.
Senza intento criminale, un atto difensivo.
Intellettuale –
“Il tipo tradizionale e volgarizzato dell’intellettuale è dato dal letterato,
dal filosofo, dall’artista. Perciò i giornalisti, che ritengono di essere
letterati, filosofi, artisti, ritengono anche di essere i «veri»
intellettuali”, A . Gramsci, “Gli intellettuali”.
I
primi intellettuali – rilevato da Gramsci di passata - erano ecclesiastici. E
proprio nel senso che Gramsci pretende dall’intellettuale, che “non può piú
consistere nell'eloquenza, motrice esteriore e momentanea degli affetti e delle
passioni, ma nel mescolarsi attivamente alla vita pratica, come costruttore,
organizzatore, «persuasore permanentemente» perché non puro oratore”.
Libertà – Viene in
discussione quanto più è libera. Non basta il limite canonico, di non fare il
male degli altri, nell’età della comunicazione “libera”. Per la forza della rete
e di google è diventata un motore di autoconsunzione, autodissoluzione, nell’ebetismo
– nella dipendenza cioè. Con la promozione - anche senza invenzione, nelle cose
- del gerarchismo più inattaccabile, della conoscenza.
Nichilismo – Non è fisico,
e non è matematico. Non è filosofico. Ed è russo – un po’ politico, un po’
esistenziale. Come il risveglio la mattina dopo una sbronza. Un misto di
mal di testa, con forte pressione sui vasi oculari, e di mal di stomaco, e più
per il sonno agitato che per l’alcol nel sangue. In inglese è hangover,
una sorte di autoimpiccagione.
È russo in quanto “effetto vodka”?
Ragione-Razionalità – È
di pianura, di ambienti aperti? “Due popoli soli, nei millenni, si sono dati un
Pensiero razionalista e geometrico, due popoli di pianura: gli Egiziani e i Francesi,
cui venne e viene naturale concepire un mondo piatto, lineare, euclideo, rappresentabile
geometricamente, o se per caso si ammette che non lo sia, da ridurre a
geometria, quadrato, cacolabile, prevedibile”.
È una razionalità esagerata, anamnesi
per di più di uno scrittore, Ulderico Nisticò. Ma non trascurabile.
Piatta è anche la Germania. Ma è razionalista
il “pensiero tedesco”?
“Quello che l’occhio è per il corpo, la
ragione è per l’anima”, è similitudine di Erasmo da Rotterdam nel mezzo della
trattazione “Sul libero arbitrio”. Uno strumento.
Nel senso traslato si vuole altra, ma in
quanto strumento è la sua unica verità.
Russia – Sosteneva
Giorgio Galli che la Russia
non ha la democrazia perché non ha avuto la caccia alle streghe: è “mancato il
rapporto sfida-risposta”. Si spiega perché l’America vi indulge, da Salem a McCarthy,
e a Trump. Ma grande democrazia avrebbe dovuto avere la Russia dopo le cacce di
Stalin. Mentre il potere vi suona, al centro del potere, in ogni epoca, cavo,
una tirannide costruita sul tufo, su un sistema di caverne sotterranee che esso
stesso ha scavato e di cui ode echi indistinti.
È l’effetto
vodka – russo è il nichilismo?
Resta da spiegare perché i russi, specie
le donne, sono affascinanti. Bisogna ipotizzare un’origine del fascino nella
decomposizione.
Suicidio – C’è quello
del kamizaze, quello che si uccide per distruggere il più possibile, in disprezzo
di sé e del mondo – quello jihadista, non quello sacrificale giapponese - nel
nome di Dio e della verità.
James
Hillmann ha “Il suicidio e l’anima”, giovanile, 1964. Che così viene presentato:
“Se il suicidio è certamente il più violato fra i tabù – oggi più che mai, come
testimoniano le cronache –, rimane nondimeno, nella percezione comune, lo
scandalo supremo, il gesto inaccettabile”.
E: “Poiché nell’esperienza
della morte l’anima trova una rigenerazione, l’impulso suicida non va
necessariamente concepito come una mossa contro la vita, ma come un andare
incontro al bisogno imperioso di una vita più piena. Più che di essere
spiegato, ci dice in sostanza Hillman, il suicidio attende di essere compreso”.
Sul suicidio di Peto
e Arria - Arria, matrona romana, esitando il marito Cecina Peto, s’affondò il
pugnale nel petto, lo estrasse, glielo porse e disse: “Paete, non dolet”
- Thomas Mann compose uno dei sui primi esercizi poetici, in terza elementare,
una ballata.
Verità
– È demiurgica – si fabbrica. Meglio se totalitaria,
secondo la argomenta Hannah Arendt in un appunto, ma di un totalitarismo non
violento, non nel senso del manesco, della forza: “Se la filosofia occidentale
ha sempre sostenuto che la realtà è verità, adequatio
rei et intellectus, il totalitarismo ne ha tratto la conseguenza che noi
possiamo fabbricare la verità nella misura in cui fabbrichiamo la realtà”.
Nello stesso senso Heidegger può aver
detto, come ha detto: “La Verità è il carattere tangibile delle
potenze”.
Il demiurgo fabbrica realtà-verità, indifferente
al rosso e al nero. E non è necessariamente un dittatore. H. Arendt ha già
detto che non lo fa per renderci più saggi ma per coinvolgerci “nel deserto
delle proprie conclusioni e deduzioni logiche astratte”. Potrebbe averlo
scritto dopo l’avvento della rete.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento