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Pavese, chi era costui
La
riedizione “fuori” Einaudi cinque anni fa del diario pavesiano ha la maggiore
novità nella prefazione di Nadia Terranova (invece che di Starnone), che pone
anche lei un dilemma Pavese, spostandolo dall’impoliticità al disamore. A una
sorta di incapacità di Pavese di innamorarsi. Per di più di donne di spessore,
come suole dirsi, “le uniche ad avere delle opinioni sulla scrittura che a
Cesare Pavese interessino davvero”. E nomina Bianca Garufi, Fernanda Pivano e
Tina Pizzardo. Che non è vero: Tina Pizzardo non c’entra con la letteratura, è
la donna per la quale l’impolitico Pavese si fece il confino, salvo trovarla
alla liberazione già sistemata con altri – e senza nessuna pietas. Pivano cominciava con Pavese, non era ancora la “temibile
Pivano” – e allora perché non aggiungere le Dowlings? Con Garufi, che lo aprì
al mito (sic!), il rapporto ci fu, ma da colleghi di stanza e coautori, di
buono o ottimo livello intellettuale.
“Pavese
è terrorizzato dalle donne che ama, donne che infestano la sua letteratura”, insiste
Terranova. Infestano? Annie Ernaux le ha trovato ispiratrici. I disamori di
Pavese hanno altre radici, in una personalità complicata, sempre insicura
malgrado lo status (riconosciuto e anzi celebrato, censito e recensito,
premiato. di traduttore, autore, dirigente editoriale), che però non si
scandaglia. E in questo senso è vero che Pavese è stato e resta un uomo solo,
senza il Grande Amico, il Lettore che gli dia la necessaria consistenza. Si
ristampa anche poco, benché “libero” dai diritti d’autore, e senza impegno
critico.
Questo
“Mestiere di vivere” si ristampa con aggiunto il cosiddetto “Diario segreto”, la
dozzina di paginette estemporanee di domande a se stesso sulla sua “impoliticità”
durante la guerra, l’incapacità , o inanità, di schierarsi. Per fare pubblico,
per attirare con la curiosità, se non (più) il pettegolezzo. Mentre è per tutti
i versi un autore “attualissimo”, uno dei pochi che resistono alla decimazione
del secondo Novecento.
Cesare
Pavese, Il mestiere di vivere, Bur,
pp. 640 € 12
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