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mercoledì 27 agosto 2025

La strana coppia Alvaro-Pavese, uniti dal mito

Di Alvaro si sapeva, è ovvio, sono le sue radici. Di Pavese tuttora non si sttolinea abbastanza la “scoperta” del mito nel remoto paese marino di Brancaleone, dove fu destinato al confino politico  nel 1935. Per la suggestione del luogo – e del mare, che tanto inquietava Pavese – di remote origini magnogreche. Una scoperta che troverà forma narrativa dapprima nel “Carcere”, il racconto di quella esperienza. Ma soprattutto nei tardi “Dialoghi con Leucò”, Leucotea – un omaggio alla compagna di lavoro alla Einaudi a Roma, e forse qualcosa di più, Bianca Garufi (Leucò è il greco per “bianca”).
Sono gli atti del convegno tenuto a Marina di Gioiosa, San Luca e Brancaleone nell’aprile del 2002. Brancaleone conserva la memoria di Pavese, la casa dove visse, in una stanzetta al pianterreno davanti alle rotaie del trenino e al mare – oggi casa museo. Ma non molto è stato esplorato di Pavese dopo questo convegno, della fascinazione mitica come del resto di ogni aspetto della sua personalità e dell’opera, multiforme.
Aldo Maria Morace-Antonio Zappia (a cura di), Corrado Alvaro e Cesare Pavese nella Calabria del mito, Rubbettino, pp. 272 € 22

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